I ristoranti londinesi Terrace at the National Theatre, Los Molinos e Queen’s Head and Artichoke, dopo aver visto l’indagine di Animal Equality, hanno eliminato dalla lista delle vivande i piatti a base di coniglio. I volontari sotto copertura hanno fotografato e filmato per due anni le condizioni degli animali in quattro macelli e 70 allevamenti in Spagna; alcune di queste aziende erano, addirittura, premiate per la qualità delle carni.

L’associazione, dopo aver concluso l’indagine, ha pubblicato il video, narrato dall’attore Pablo Puyol, per denunciare le terribili condizioni degli animali detenuti negli allevamenti; il materiale raccolto dai volontari evidenzia le gravi irregolarità in materia di benessere animale e igiene: i conigli malati vengono sbattuti dai lavoratori violentemente contro il suolo o lasciati morire nelle gabbie insieme agli altri animali sani senza ricevere le necessarie cure veterinarie mentre quelli considerati in “eccesso” vengono gettati vivi nei contenitori dei rifiuti, inclusi i cuccioli, poiché come dichiara una dipendente “sono piccoli non ci interessano”. Anche alcuni veterinari sono coinvolti nei maltrattamenti, dimostrando di non avere nessuna sensibilità nei confronti degli animali. Nel video vediamo, infatti, un veterinario che sbatte a terra un coniglio, il quale pensando di non essere ripreso, conferma agli investigatori che tale procedura rientra nei reati di maltrattamento di animali.

 

Prima di arrivare al macello i conigli vengono marchiati con un numero identificativo senza essere anestetizzati; tale pratica gli provoca un enorme dolore. A causa del sovraffollamento i conigli si feriscono tra di loro, arrivando anche a compiere atti di cannibalismo. Quando i conigli raggiungono il peso stabilito (circa due kg) vengono caricati sui camion e portati al macello. Durante il tragitto, per la paura e lo stress, alcuni animali tendono ad urinarsi uno sull’altro; dopo diverse ore di viaggio, arrivano al mattatoio e le loro gole vengono recise. Nonostante lo stordimento iniziale, gli animali continuano a dimenarsi, cercando di sganciarsi dall’uncino nel vano tentativo di liberarsi e restare in vita.

Questi maltrattamenti non sono casi isolati. Gli investigatori di Animal Equality hanno trovato tantissime prove in ogni allevamento visitato. Le aziende, del resto, non ricevono ispezioni da diversi anni; i conigli venduti, dunque, non sono sottoposti a controlli sanitari.

L’associazione ha intrapreso un’azione legale contro le strutture investigate, affinché le irregolarità documentate e le violenze inflitte agli animali non rimangano impunite. Le sanzioni amministrative ai responsabili degli allevamenti e dei macelli possono variare da 60.001 euro a 1.200.000 euro nel caso vengano riconosciuti molto gravi, con multe da 600 euro a 3.000 euro per reati minori. Inoltre, per infrazioni molto gravi, può essere imposta la cessazione delle attività e il sequestro dei locali per un massimo di 5 anni, oltre all’impossibilità di ricevere fondi pubblici e sovvenzioni per lo stesso periodo di tempo.

Un portavoce del ristorante Terrace at the National Theatre ha detto di essere rimasto profondamente turbato dal trattamento riservato agli animali negli allevamenti spagnoli di conigli. “Uno dei nostri fornitori con sede nel Regno Unito si riforniva da alcune aziende indagate e abbiamo deciso, dunque, di eliminare dal nostro menu, piatti a base di coniglio, sospendendo anche il nostro rapporto con il fornitore in questione, in attesa di ulteriori indagini”. I responsabili dei ristoranti Los Molinos e Queen’s Head and Artichoke hanno dichiarato al Sunday Times di non comprare più carne di coniglio.

La maggior parte della carne di coniglio importata nel Regno Unito proviene dalla Spagna, dalla Francia e dall’Italia; il nostro paese risulta essere il primo produttore in Europa.

Una società moderna e civile non può tollerare questi abusi. Per sostenere il lavoro svolto dall’associazione possiamo firmare la petizione per chiedere alle autorità spagnole di avviare le indagini contro gli allevamenti denunciati affinché vengano chiusi.

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