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Giro d’Italia 2014, Trieste proclama Nairo Quintana re

Il colombiano festeggia la vittoria della 97esima edizione, maglia nera l’olandese Jetse Bol. Due le squadre che hanno concluso a ranghi completi: la Movistar e la Trek Factory Racing
Giro d’Italia 2014, Trieste proclama Nairo Quintana re
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Il colombiano Nairo Quintana ha vinto il 97esimo Giro d’Italia alla rispettabile media di 39,095 all’ora: eppure era una Giro zeppo di salite (qualcuno può obiettare: dunque anche di discese). Il colombiano Carlos Quintero Norena ha tagliato per ultimo il traguardo di Trieste. Erano partiti in 198 da Belfast, sono arrivati a Trieste in 156: 42 ritiri, oltre il 22 per cento dei concorrenti. Quaranta sono i giovani che hanno concluso la corsa rosa, Quintana primo, Fabio Aru terzo, il polacco Rafal Wajka sesto, l’olandese Wilco Kelderman settimo.

Maglia nera l’olandese Jetse Bol, a cinque ore 15 minuti e 19 secondi da Quintana. Si sa poco dei controlli antidoping. Anzi, quasi nulla. Dicono che ci sia un nuovo prodotto in circolazione, e che non sia ancora contemplato nell’elenco delle sostanze vietate. Il mondo del ciclismo professionistico vive un momento assai delicato, la crisi ha tagliato gli investimenti. Un nuovo scandalo doping allontanerebbe gli sponsor. C’è ostilità nei confronti dei corridori “fai-da-te”, le squadre si sono tutelate obbligando i loro ciclisti a firmare delle liberatorie. Certo è che il livello delle prestazioni si è appiattito, in alcune occasioni tutti i migliori pedalavano senza riuscire a fare differenza.

Dei vecchioni che hanno corso il Giro, Cadel Evans – trentasette anni suonati – è stato il migliore, dopo aver indossato la maglia rosa, si è piazzato ottavo nella classifica finale. Un altro trentasettenne, il canadese Sven Tuft (prima maglia rosa a Belfast), ha finito il Giro in penultima posizione. Ex vincitori del Giro d’Italia: Ryder Hesjedal, nono; Ivan Basso, quindicesimo; Damiano Cunego, diciannovesimo. Giapponesi in gara: Fumiyuki Beppu, 82esimo.Yukiya Arashiro, 127esimo.

Due le squadre che hanno concluso a ranghi completi: la Movistar di Quintana (non a caso…) e la Trek Factory Racing del giovane talentuoso croato Roberto Kiserlovski, decimo della classifica generale.

La squadra più falcidiata dalla malasorte è stata quella dell’Orica Greenedge: solo due i superstiti, Tuft e l’australiano Michael Hepburn, terz’ultimo. Tra le ventidue squadre, la Neri Sottoli che tra gli sponsor annovera il grande Re Leone. Cipollini Sottoli…

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