Sull’etichetta, alla voce abbinamenti, si legge “Ben si accosta a pietanze diverse”. Niente brasati o formaggi per il vino rosso proveniente da vitigni cento per cento Pinot Nero e per gli altri (dallo Chardonnay, al Gewurztraminer, fino al Cabernet) prodotti della Cantina Aldeno, in Trentino. Una nota che rende esplicita la natura del primo vino certificato vegan. I produttori hanno eliminato qualsiasi riferimento agli accostamenti con piatti di origine animale così come hanno fatto sparire ogni traccia di sostanze di orgine animale dal processo di preparazione del vino stesso.

Un iter lungo e complesso che ha portato a ricevere la certificazione rilasciata dall’Icea (Istitito Certificazione Etica e Ambientale) di Bologna, che va ad affiancarsi alla denominazione Doc e alla certificazione biologica che il rosso già vantava. L’intuizione è venuta ai soci della cantina sociale trentina (il presidente Alessandro Bertagnolli è un vegano) che raggruppa 408 produttori, e che ogni anno produce 40mila quintali d’uva.

Per il vino che ha ottenuto il riconoscimento anche la presenza della gelatina, molto usata nella cucina trentina, poteva rapprensentare una minaccia. Per questo motivo ogni passaggio che porta alla creazione del vino, dall’uva alla bottiglia, è stato esaminato e verificato con assoluta attenzione. A vantaggio di un prodotto già apprezzato sul mercato c’è la base di partenza, data da una selezione di uve biologiche: il vino vegano per il suo primo anno di produzione è stato imbottigliato in 15mila bottiglie (per farsi un’idea del prezzo, una cassa da sei di Pinot Nero costa 58 euro), tutte vendute fino al 2016.

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