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Italia/Ue: presidenza, elezioni, un’occasione (mancata) per astenersi

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Sala monumentale di Palazzo Chigi, ora 11.00: il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini presenta il logo ufficiale del semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue, lungamente atteso – e più volte rinviato: è dalla fine di febbraio che lo si dà per pronto -.

Con la Giannini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per gli Affari europei Sandro Gozi e un testimonial della presidenza, l’astronauta Luca Parmitano. Gestisce l’appuntamento il portavoce della presidenza Federico Garimberti. Tutte presenze competenti e/o pertinenti.

Invece, uno pensa, che c’entra la Giannini con il logo della presidenza? Il nesso c’è: il logo viene fuori da un concorso nelle scuole. E la sala monumentale è zeppa di studenti attenti ed emozionati.

Presentazione del simbolo di Scelta Civica per le elezioni europeeMa la senatrice Giannini, linguista, glottologa, già rettore dell’Università per Stranieri di Perugia per dieci anni, oltre che segretario e coordinatore di Scelta Civica, è candidata alle elezioni europee, capolista di Scelta Europea nella Circoscrizione Centro – per chi non l’ha chiaro, Scelta europea è la formazione che sostiene la candidatura a presidente della Commissione europea del leader liberale e federalista belga Guy Verhofstadt -.

La candidatura della Giannini è una di quelle civetta, che servono ad attirare voti –ma davvero ne attira tanti?-, anche se il candidato non ha nessuna intenzione di ricoprire la carica cui sarà eventualmente eletto. Una prassi poco condivisibile e che, fuori dall’Italia, dove è diffusissima, ha rari emuli.

Allora, la senatrice ministro coordinatore ex rettore e capolista poteva ‘astenersi’ dalla comparsata: un’occasione di pubblicità, davanti a ragazzi, giornalisti e una selva di telecamere.

Se proprio voleva testimoniare il suo interesse per l’integrazione europea, il ministro Giannini poteva andare, oggi, a Bruxelles, a rappresentare l’Italia in quel Consiglio dei Ministri dell’Istruzione dei 28 che, il prossimo semestre, le toccherà presiedere –era un’occasione, l’ultima, per conoscere i colleghi e familiarizzarsi con i temi e le procedure-.

Invece, a Bruxelles ha mandato il sottosegretario Roberto Reggi. Perché? Là, avrebbe di sicuro trovato meno telecamere.  

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