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Shezow, su Frisbee sbarca il primo cartone animato “transgender”

Il protagonista è Guy Hamdon, tipico ragazzino ossessionato dalle differenze tra maschile e femminile, sempre pronto a denigrare tutto quello che appartiene all'altra metà del cielo. Almeno fino a quando scopre un vecchio anello appartenuto alla zia Agnes che lo trasforma in un supereroe... femmina
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A qualsiasi latitudine, in qualsiasi decennio dell’ultimo secolo, milioni di ragazzini hanno amato e seguito le avventure di questo o quel supereroe. O supereroina, a dir la verità, perché Wonderwoman, Catwoman e compagnia si sono ritagliate il loro spazio tra fumetti, cartoni animati, tv e cinema. Quello che non si era mai visto, soprattutto nel panorama dei cartoni animati per ragazzi, è il supereroe adolescente e transgender. O meglio, travestito, come si sono affrettati a specificare i produttori di Shezow dopo le critiche delle associazioni cristiane americane. A colmare il vuoto ci pensa Frisbee, canale per ragazzi sul digitale terrestre e sul satellite, che lancia questa serie animata coprodotta in Australia e Canada dal lunedì al venerdì alle 16.45.

Il protagonista è Guy Hamdon, tipico ragazzino ossessionato dalle differenze tra maschile e femminile, sempre pronto a denigrare tutto quello che appartiene all’altra metà del cielo. Almeno fino a quando, insieme alla sorella, scopre un vecchio anello appartenuto alla zia Agnes. L’anello, appena indossato, lo trasforma in un supereroe… femmina. Capelli lunghi, stivali con tacco altissimo, Guy veste i panni femminili che tanto malsopportava, cominciando un percorso di accettazione che racconta ai piccoli telespettatori sicuramente più di quello che sembra superficialmente.

La serie, realizzata con ironia (divertenti le trovate delle armi segrete: rossetto laser, crema dell’invisibilità, urlo supersonico), riesce a introdurre anche in un settore delicato come quello dei cartoni animati per ragazzini, il tema della transessualità e dell’identità di genere. Lo fa, ovviamente, con strumenti e linguaggi adatti a un pubblico così particolare, ma lo fa. E non è una novità da poco.

Troppe volte, in passato e ancor di più oggi, la televisione si è sostituita a scuola e famiglia come educatrice superficiale delle nuove generazioni. Per una volta, forse, la cosa potrebbe non essere così negativa. Mentre aspettiamo che le istituzioni scolastiche decidano di insegnare educazione sessuale, accontentiamoci della vicende di Guy.

 

 

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