I lavori per rimuovere il relitto della Concordia dal Giglio sono stati fermati perché non sono ancora noti né i modi di trasporto né il porto di destinazione finale. La decisione è stata presa da Costa Crociere, fa sapere Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio sul recupero della nave. La compagnia con una lettera ha ritirarato la richiesta di autorizzazione in “attesa di poter fornire una documentazione completa sull’operazione”.

Il blocco temporaneo dei lavori ritarderà i tempi di spostamento della nave, come aveva paventato il commissario per l’emergenza Franco Gabrielli nell’audizione di una settimana fa al Senato. In quella occasione infatti il capo della Protezione civile aveva ricordato che la mancata scelta del porto finale aveva delle ripercussioni dirette sui lavori che si stavano svolgendo al Giglio e dunque sulla rimozione stessa della nave.

“Costa Crociere chiarisca immediatamente le modalità di rimozione e il porto di destinazione e si riprenda la corsa dei lavori per raggiungere quel traguardo che attendiamo da tre anni”, ha chiesto il sindaco dell’isola Sergio Ortelli. Il Giglio, “non può permettersi di aggiungere ulteriori danni a quanto fin qui ha già, suo malgrado, subito”, ha detto il primo cittadino annunciando di aver chiesto al prefetto Gabrielli la convocazione di un Comitato Consultivo straordinario per fare chiarezza sullo stato dei lavori.

Nei giorni scorsi al Giglio è arrivato, ed è stato installato, il primo dei diciannove cassoni (Sponson) che dovranno essere montati sul lato di dritta, quello emerso dal mare, per consentire il rigalleggiamento della nave. La richiesta di autorizzazione all’installazione dei successivi cassoni però è stata ritirata da Costa in “attesa di poter fornire una documentazione completa sull’operazione”. Prima di attuare la procedura deve essere deciso quale sarà il porto di destinazione finale dove la Concordia sarà smantellata.

L’Osservatorio sulla rimozione, spiega la presidente, “ha chiesto a Costa di conoscere gli scenari di rischio relativi alla scelte di trasporto dello scafo della Concordia”. Se a rimuovere il relitto dovesse essere la meganave olandese Vanguard, per portarla presumibilmente in un porto estero, la Concordia dovrebbe essere svuotata di tutti i liquidi presenti al suo interno, per consentirgli di avere maggiore stabilità. Un’operazione che, una volta montati i cassoni, potrebbe essere fatta solo attraverso uno sversamento in mare dei liquidi stessi, cosa che provocherebbe un inquinamento ambientale. Un’altra possibilità potrebbe essere quella di trainare la Concordia in un porto intermedio, per svuotarla dei liquidi e solo successivamente caricarla sulla Vanguard.

Articolo Precedente

Delitto di Mozzate, fermata per concorso in omicidio la compagna del killer

next
Articolo Successivo

Federico Aldrovandi: cinque minuti di atrocità. Non riposa in pace

next