Sale a 104 morti il bilancio delle vittime dell’affondamento la scorsa settimana del traghetto Sewol, al largo delle coste meridionali della Corea del Sud. I corpi finora recuperati sono stati trovati in mare e all’interno del relitto della nave. I sommozzatori proseguono le ricerche dei dispersi, che al momento risultano essere 198. 

Il giudizio della presidente Park Geun-hye sul comportamento di parte dell’equipaggio è stato durissimo: le loro azioni “equivalgono all’omicidio” ha detto. Degli “atti del tutto incomprensibili e inaccettabili”. I superstiti hanno raccontato che dopo l’incidente ai passeggeri era stato detto di rimanere “calmi in cabina”, anche dopo che il traghetto aveva iniziato a inclinarsi, invece di avviarsi verso le scialuppe di salvataggio.

Le autorità della Corea del Sud hanno fermato altri due membri dell’equipaggio del traghetto, dopo che ieri era accaduta la stessa cosa a quattro loro colleghi. Il capitano Lee Joon-seok e altri due membri dell’equipaggio sono stati invece arrestati perché sospettati di non aver protetto i passeggeri e di aver abbandonato la nave che affondava. La procura sta verificando anche le eventuali responsabilità penali dell’operatore del traghetto, la società sudcoreana Chonghaejin Marine.

 Uno dei membri dell’equipaggio in stato di arresto ha dichiarato di avere tentato di correggere il rollio del traghetto all’inizio dell’emergenza ma che “diversi dispositivi, come quello del bilanciamento del peso, non hanno funzionato”. Quindi “abbiamo dato l’allarme – ha spiegato l’uomo -, secondo giudizio del capitano, e cercato di lanciare le scialuppe di salvataggio. Ma il traghetto era troppo inclinato e non abbiamo potuto”. Da parte sua il capitano ha dichiarato di avere tardato nel dare l’ordine di evacuazione perché la corrente era forte, l’acqua era fredda e il mare avrebbe potuto portare via i passeggeri prima che arrivassero i soccorsi. Tuttavia gli esperti marittimi hanno affermato che il capitano avrebbe potuto dare ordine ai passeggeri di riunirsi sul ponte principale, dove avrebbero avuto maggiori probabilità di salvezza, senza disporre l’evacuazione.

A bordo della nave si trovavano 476 persone, 174 delle quali sono state salvate nelle prime ore dell’emergenza. Dei passeggeri, 323 erano studenti di un liceo della città di Ansan che stavano andando in gita all’isola di Jeju. Man mano che vengono recuperati dai sommozzatori all’opera intorno al relitto, i corpi delle vittime vengono portati dalle ambulanze in due tende sull’isola di Jindo, dove sono stati trasferiti i sopravvissuti e dove i parenti dei dispersi attendono notizie dei loro cari. Koh Myung-seok, portavoce della task force di emergenza intervenuta sul luogo dell’incidente, ha spiegato che la maggior parte dei morti è stata recuperata al terzo e al quarto piano del traghetto, dove si era radunata la maggior parte dei passeggeri e dove molti degli studenti avevano le loro cabine.

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