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Processo No Tav, sale la tensione. Giudici arriveranno in aula scortati

La prima udienza è fissata il 22 maggio a Torino e secondo quanto scrive La Repubblica i giudici che arriveranno insieme su un piccolo bus sotto scorta. Il 10 è prevista invece la manifestazione di solidarietà nazionale contro i quattro imputati che sono accusati di "attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, oltre che detenzione di armi da guerra e danneggiamenti"
Processo No Tav, sale la tensione. Giudici arriveranno in aula scortati
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Una manifestazione di solidarietà nazionale annunciata per il 10 maggio, un appello di intellettuali contro “la vendetta di Stato e la repressione giudiziaria”, sei giorni fa un agguato contro l’autista del pm Antonio Rinaudo. Il processo a quattro No Tav accusati di terrorismo si aprirà il 22 maggio a Torino, secondo quanto scrive La Repubblica, con i giudici popolari che arriveranno sotto scorta in aula.

A Chiara Zenobi, Mattia Zanotti, Claudio Alberto, e Niccolò Blasi il reato di “attentato con finalità terroristiche, atto di terrorismo con ordigni micidiali ed esplosivi, oltre che detenzione di armi da guerra e danneggiamenti”, è stato confermato dal Riesame il 13 gennaio (motivando l’accusa anche con il grave danno all’immagine internazionale dell’Italia, ndr)e dopo rinvio a giudizio con rito immediato il processo sarà celebrato in corte d’Assise, composta da due giudici togati – presidente e giudice a latere – e sei popolari. Devono rispondere dell’attacco al cantiere di Chiomonte del 13 maggio del 2013. La tensione crescente ha imposto una misura precauzionale e così i giudicanti e il cancelliere arriveranno insieme a bordo di un pullmino che sarà protetto. Il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, sempre secondo La Repubblcia, sta anche valutando se mettere sotto scorta i magistrati, pm e giudici, che la titolarità dei fascicolo sulle vicende No Tav. 

Cuore del processo l’attacco, nella notte fra il 13 e il 14 maggio, al cantiere di Chiomonte. Bombe carta, molotov e un mortaio artigianale contro il cantiere della Torino-Lione per bloccare lo scavo del tunnel geognostico per la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad Alta velocità. Quello di maggio non è il solo processo contro i No Tav continuano. Nei giorni scorsi è ripreso il maxi-processo a 52 attivisti e simpatizzanti per gli scontri dell’estate 2011: i giudici del tribunale, contro il parere degli avvocati, hanno stabilito che il dibattimento continuerà ad essere ospitato nell’aula bunker delle Vallette, concepita per i grandi processi di mafia e terrorismo. 

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