Sono arrivati da Forlì, Porcìa, Susegana e Solaro per un presidio sotto il ministero dello Sviluppo Economico a Roma, mentre il responsabile del dicastero, Federica Guidi, e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, incontravano i sindacati e i vertici dell’Electrolux. “Dopo un periodo di lunga vertenza – spiega un operaio – siamo arrivati alla fase conclusiva e l’azienda chiederà soldi per rimanere in Italia. Se le trattative falliranno, torneremo come in un gioco dell’oca, al punto di partenza”. “Per Electrolux – spiega un altro – gli operai italiani costano troppo. Il governo si deve impegnare a trovare una soluzione per evitare di aprire stabilimenti in Polonia, dove la mano d’opera costa la metà”. I lavoratori non sono disposti ad accettare una riduzione dello stipendio. “Come si fa a sopravvivere con 800 euro al mese?” si chiede una dipendente che al momento guadagna 1.200 euro. “Il governo – spiegano i manifestanti – deve dare soldi a Elettrolux solo dopo l’approvazione di un piano industriale quinquennale, altrimenti è meglio chiudere i rubinetti”. “Siamo stanchi di pagare per tutti – chiosa una operaia di Forlì in presidio da 60 giorni. – Siamo determinati: resisteremo un minuto in più di Elettrolux”  di Annalisa Ausilio

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