Blocco totale per due sessioni di calciomercato per aver violato le normative internazionali sul trasferimento di calciatori minorenni. È una vera e propria stangata quella decisa dalla Fifa nei confronti del Barcellona. Un fulmine a ciel sereno (anche se i lavori della Commissione disciplinare andavano avanti da mesi, sotto traccia) che rischia di sconvolgere gli equilibri del calcio mondiale.

Il divieto di fare acquisti fino all’estate del 2015 potrebbe davvero ridimensionare le ambizioni dei blaugrana. Come si legge in un comunicato sul sito della massima organizzazione calcistica mondiale, la Fifa ha deciso di sanzionare la Real Federación Española de Fútbol (RFEF) e l’Fc Barcellona per aver violato l’articolo 19 dello Statuto sul trasferimento dei calciatori, quello che regola la cessione del cartellino di minori di 18 anni. Secondo il regolamento, infatti, i trasferimenti internazionali dei calciatori sono consentiti solo al superamento della maggiore età.

A questa norma si applicano tre eccezioni: il trasferimento è ammesso se i genitori del ragazzo si trasferiscono nel Paese della società per motivi indipendenti al calcio; se avviene all’interno della zona dell’Unione Europea (in questo caso il limite d’età si abbassa a 16 anni); se il ragazzo vive a 50 chilometri di distanza dal confine con l’altro Paese. Al di fuori di queste condizioni, tutti i trasferimenti internazionali di minori devono essere approvati da un’apposita commissione. E sono queste le regole che il Barcellona e la Federazione spagnola avrebbero violato. In almeno dieci casi tra il 2009 e il 2013, secondo quanto sostiene la Fifa (che a fine febbraio aveva già sospeso sei ragazzi della Cantera blaugrana).

Le indagini sono state condotte attraverso il Transfer Matching System (Tms), la nuova piattaforma con cui vengono tracciati ed effettuati tutti i movimenti del calciomercato mondiale. Un sistema varato ai fini dell’efficienza, ma anche e soprattutto della trasparenza. E i risultati comunicati oggi colpiscono duramente il Barcellona. La Commissione definisce “gravi” le violazioni commesse, anche alla luce dell’importanza “sociale” della tutela dei minori; una questione che “deve prevalere rispetto agli interessi puramente sportivi” (che spesso diventano vero e proprio sfruttamento, come nel caso della tratta dei giovani calciatori africani). Per questo la punizione è severissima.

I 500mila e 450mila franchi svizzeri di multa comminati rispettivamente a Federazione e club scompaiono al confronto del blocco totale per due sessioni di calciomercato. Nessun acquisto e nessuna cessione, né in Spagna né all’estero, fino al primo luglio 2015. Una decisione che, se confermata, non potrà non condizionare pesantemente la prossima stagione dei blaugrana. La società, infatti, si apprestava a condurre una campagna acquisti importante, per rilanciare la squadra dopo gli ultimi risultati non all’altezza del recente passato. “Il nostro bilancio ci permette di spendere almeno 60 milioni di euro la prossima estate”, aveva dichiarato solo poche settimane fa il vicepresidente Javier Faus.

La Fifa, però, rischia di stroncare i propositi di rifondazione. La Federazione spagnola, inoltre, ha un anno di tempo per sanare le lacune normative del proprio regolamento ed evitare di incorrere in ulteriori sanzioni. La società (che intanto si dice “tranquilla” e spiega di avere 90 giorni di tempo per spiegare la propria posizione) può comunque sperare nel ricorso. In questo senso i precedenti sono incoraggianti: nell’inverno del 2010 il Chelsea aveva ricevuto una punizione simile per il tesseramento dal Lens del francese Gael Kakuta, allora diciassettenne (e passato nell’ultimo calciomercato tra le fila della Lazio). Ma poi la sanzione fu sospesa e cancellata dal Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas).

Comunque vada a finire, la società blaugrana si trova ad affrontare un nuovo scandalo, dopo le accuse sui circa 40 milioni che sarebbero spariti nell’acquisto del brasiliano Neymar dal San Paolo, e che hanno portato il presidente Sandro Rosell a dimettersi. La reputazione del Barca, la squadra che si cresce i giovani in casa, appartiene alla sua gente e portava sulle sue maglie il nome dell’Unicef, non è più così immacolata.

Twitter: @lVendemiale

Articolo Precedente

Roma Ocean World: Matteo Miceli e il giro del mondo ‘total green’ in barca a vela

next
Articolo Successivo

Il Barcellona è ancora ‘mes que un club’?

next