Il piano di bonus ai manager Rcs era “giusto e utile, ma si è scelto di dare un segnale di serietà”. L’amministratore delegato di Rcs Media Group, Pietro Scott Jovane, archivia così la vicenda degli incentivi ai vertici del gruppo. Incentivi ritirati dopo le proteste e lo sciopero dei giornalisti del Corriere della Sera, poi rientrato. “Avendo 
capito che c’era una sensibilità su questo tema, il top
 management ha deciso che non fosse il caso di procedere 
con un piano di incentivi, seppur giusto, utile e fondamentale per aiutare una squadra a lavorare in modo coeso”, dice oggi Jovane a margine della presentazione di Rcs Nest a Milano, il network dedicato alle start up del gruppo editoriale. Secondo i vertici di Rcs, il piano di incentivi deliberato a febbraio era vincolato al raggiungimento di obiettivi fissati per il 2015. “Si trattava di una cosa già approvata, che riguardava il 2016, 2017 e 2018”, spiega Jovane. L’ipotesi di portare in cda l’estensione dei bonus alle seconde file manageriali aveva poi innescato la protesta. E allora, “se bisogna dare un segnale di serietà e di ascolto, abbiamo pensato che quella fosse la migliore occasione per dimostrare che siamo attenti e
disponibili a sacrificarci come tutti”, aggiunge l’ad. Insomma, niente di scandaloso? “In Rcs non c’è mai nulla di scandaloso”, risponde. Quanto alla passata gestione del gruppo, sull’eventualità di un’azione di responsabilità che faccia luce sulla crisi di Rcs, Jovane si smarca: “Il Cda è sempre molto attento a ciò che deve fare e in questo anno e mezzo mi sembra abbia fatto tante cose importanti” di Franz Baraggino

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