Sembrava fosse scomparso nel nulla. E invece, nonostante fonti ufficiali da Mosca avessero negato, si trova in Russia. Viktor Yanukovich, presidente deposto dell’Ucraina ricercato per strage, terrà una conferenza stampa il 28 febbraio alle 17 (ora di Mosca, le 14 in Italia) nella località russa di Rostov sul Don, non lontana dal confine con l’Ucraina. Lo ha comunicato lui stesso attraverso le agenzie di stampa russe. Intanto è sempre più teso il rapporto tra Kiev e Mosca. Il parlamento della repubblica autonoma di Crimea, che fa politicamente parte dell’Ucraina, ha fissato per il 25 maggio un referendum per ottenere più autonomia e per allentare i vincoli con il governo centrale.

Una decisione arrivata dopo una mattinata di subbuglio istituzionale. Una trentina di manifestanti filorussi armati e in divisa mimetica ha occupato la sede del Parlamento e del governo della Crimea, a Sinferopoli. Nelle ore successive, i parlamentari hanno licenziato l’esecutivo. Ad arrivare in aula compiere il blitz sono state le forze di autodifesa della popolazione russofona, gruppi che si stanno organizzando anche in altre città della Crimea, intenzionati a convergere nella capitale. I dimostranti hanno fatto irruzione sparando contro i vetri dell’ingresso. Poi hanno tolto dal pennone la bandiera ucraina e hanno issato il tricolore russo, che sventola insieme a quella della repubblica di Crimea. Intanto il Parlamento ucraino ha eletto all’unanimità il neo premier Arseni Iatseniuk

Dura la reazione di Kiev contro Mosca. “Qualsiasi movimento dei militari della flotta russa del Mar Nero in Crimea, fuori dalle zone prestabilite dagli accordi bilaterali, sarà valutato come aggressione contro l’Ucraina”, ha detto Aleksandr Turcinov, capo del Parlamento ucraino e presidente ad interim in seguito ai violentissimi scontri tra manifestanti anti-governativi e poliziotti che hanno portato alla fuga dell’ex presidente Viktor YanukovichL’aviazione russa sta intanto pattugliandolo lo spazio aereo occidentale del Paese dopo lo stato di allerta deciso ieri dal presidente Vladimir Putin, che è anche comandante delle forze armate. Lo scenario simulato è quello di un bombardamento dei bersagli nemici, in luoghi che saranno resi noti solo dopo l’esercitazione. “Sono preoccupato per gli sviluppi in Crimea. Sollecito la Russia a non intraprendere azioni che possano accrescere la tensione o creare equivoci”, ha avvertito il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen su twitter

Ma la voce di Mosca è sempre più grossa. Il ministero degli Esteri russo ha espresso preoccupazione per le “gravi violazioni dei diritti umani in Ucraina”, durante una riunione presieduta dal ministro Serghiei Lavrov. “Siamo preoccupati per le violazioni dei diritti umani su larga scala, la violazione del diritto di usare la lingua madre, la discriminazione etnica e culturale, e gli attacchi e atti vandalici a oggetti di interesse storico e all’eredità culturale e religiosa”, si legge in una nota. Non solo. L’agenzia di stampa ufficiale russa Itar-Tass citando una fonte del governo fa sapere che a Yanukovich sarà garantita “protezione” in territorio russo. “Il presidente Yanukovich – si legge nel dispaccio – si è rivolto alle autorità russe chiedendo che gli fosse assicurata protezione personale: la sua richiesta è stata accolta sul territorio della Federazione russa”.

I ceceni, nel frattempo, sono pronti a partire per l’Ucraina se necessario per proteggere i russi che ci abitano. “Ucraina e Russia sono popoli fratelli. Ho molti amici ucraini, e come tutti mi rammarico per quanto sta accadendo”, ha detto il loro controverso leader, Ramzan Kadyrov, leale al Cremlino. “La maggioranza delle persone che vivono oggi in Crimea sono russi, cosacchi. Siamo sempre con loro e, se necessario, siamo pronti ad andare in loro soccorso”.

Intanto l’Ucraina ha chiesto aiuto al Fondo Monetario Internazionale. “Siamo pronti a rispondere”, ha detto  il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde. Anche l’Unione europea ha approvato una risoluzione per fornire un sostegno finanziario urgente al Paese, applicando sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze. L’Europa lavorerà per instaurare un dialogo costruttivo tra le forze politiche, mantenendo l’integrità territoriale, e combattere la corruzione e organizzare elezioni libere e giuste.

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