Una riduzione “a due cifre” del cuneo fiscale, da presentare “immediatamente” al Parlamento. E’ l’impegno più concreto preso da Matteo Renzi in Senato nel suo intervento per ottenere la fiducia al nuovo governo (domani 25 febbraio si voterà alla Camera). Renzi ha parlato a braccio, leggendo pochi appunti (cosa che non accadeva da decenni in un’occasione simile, hanno osservato i commentatori), con una mano spesso tenuta in tasca, di fronte all’aula che vuole abolire (e non ha mancato di rimarcarlo) con la sua proposta di riforma istituzionale. Uno stile sottolineato da diverse forze politiche come “leggero” per un discorso programmatico, ma che Renzi – nella replica dopo circa 6 ore di dibattito parlamentare – difenderà così: “Al fatto che paradossalmente la Lega e Gal ci chiede un doppio registro rispondo che questo governo non avrà mai un doppio registro. Saremo gli stessi, trasparenti, non chiedeteci di essere diversi qui e fuori anche perché a differenza di altri siamo capaci di stare ancora in mezzo a persone”.

Renzi assicura poi nella replica al dibattito di Palazzo Madama che avrebbe “sicuramente voluto e forse dovuto impostare un discorso molto più cerimonioso e probabilmente la prossima volta lo scriviamo così non vi facciamo perdere troppo tempo. Ma c’è un passaggio: questa non è un’operazione di lifting o di potere. Questa non è un’operazione di lifting o di potere. Se fosse un’operazione di potere, non scommetteremmo tutto noi stessi. Non ci siamo dati una tempistica da calende greche: abbiamo detto che l’obiettivo è il 2018 e lo confermiamo”. 

“Ho provato vergogna quando fu chiesto a Napolitano il secondo incarico”
E la cartina di tornasole, secondo Renzi, saranno le riforme. L’unico modo per rendere merito al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del sacrificio fatto un anno fa quando gli fu chiesto di accettare un nuovo – inedito – incarico come capo dello Stato. “Provo vergogna – ha detto Renzi – per il fatto ci sia stata incapacità di individuare successione ad un Presidente della Repubblica che aveva chiesto di non avere secondo mandato, gli fu invece chiesto un reale sacrifico personale e politico e lui chiese ai partiti di farsi carico processo riforme che poi non è partito e si è fermato. E’ giusto e rispettoso nell’Aula del Senato citare il presidente della Repubblica con parole formali e cerimoniose e non avere poi il coraggio di dire che l’unico modo di rispettare la figura straordinaria che è Giorgio Napolitano è realizzare quelle riforme chieste? Pensate sia possibile prendere in giro gli italiani dicendo ‘faremo, faremo, faremo” con noi che poi ‘rinvieremo, rinvieremo, rinvieremo’”.

Il programma
Una prima parte più visionaria, una seconda più programmatica, ma nel discorso del successore di Enrico Letta mancano i numeri, i provvedimenti specifici. In campo economico Renzi qualche dettaglio lo fornisce, chiamando in causa la Cassa depositi e prestiti, ente controllato dal ministero dell’Economia, per “lo sblocco totale dei crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione” e per alleviare il credit crunch che schiaccia le piccole e medie imprese. Più vaghi i termini di una riforma della giustizia – amministrativa, civile e penale – che sarà presentata “entro giugno” dal ministro Orlando, stante la ventennale incapacità dei due poli di “convincersi” della bontà delle proprie ricette. Come a suo tempo Tony Blair, il neopremier annuncia un grande piano per la scuola e l’edilizia scolastica, “allentando il patto di stabilità per i Comuni”. E alla fine avverte con grande enfasi che sulla realizzazione dei punti illustrati “non ci sono più alibi per nessuno. Abbiamo una sola chance, se perdiamo è colpa mia”. L’accoglienza del Senato verso il premier è tiepida: 14 applausi in un’ora e dieci di discorso, ma i più sonori sono risuonati quando ha nominato Enrico Letta e i marò detenuti in India. E a chi rileva l’assenza dei riferimenti alla questione del sud Renzi chiede se erano meglio “gli impegni verbali e i disimpegni sostanziali degli ultimi decenni, le parole in libertà”. Il capo del governo ha messo in rilievo, all’opposto, la volontà di puntare sui fondi strutturali europei.

Per due volte il discorso (qui il testo integrale) è stato interrotto dalla contestazione dei parlamentari Cinque Stelle, e in entrambe le occasioni Renzi ha replicato con ironia, ricordando la mancata presentazione dell’M5S alle elezioni in Sardegna e le “difficoltà con la base: non è facile stare in un partito dove c’è il capo che vi dice io non sono democratico”. Sul fronte dei programmi, oltre a un intervento straordinario sulla scuola “anche attraverso l’allentamento del patto di stabilità”, Renzi promette “lo sblocco totale dei crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione”, attraverso la Cassa depositi e prestiti. Poi lo “sblocco del credito per le piccole e media imprese, che soffrono del credit crunch, sempre con l’intervento della Cdp. E, soprattutto, “porteremo immediatamente alla vostra attenzione una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale con misure serie, irreversibili, non solo legate alla revisione della spesa, che porterà già nel semestre 2014 risultati immediati”. 

 

La riforma della giustizia
Renzi prende poi atto che “in vent’anni” i due poli non sono riusciti a “convincersi l’un l’altro” della bontà delle loro posizioni. Ci penserà quindi il ministro della giustizia, Andrea Orlando, a presentare “entro giugno” un pacchetto complessivo di riforma, dalla giustizia amministrativa a quella penale. “Ormai le posizioni sono calcificate e intangibili, nessuno riuscirà a convincere l’altro”, afferma Renzi. “A giugno sarà all’attenzione del Parlamento un pacchetto organico di revisione della giustizia che non lasci fuori niente. Giustizia amministrativa: negli appalti pubblici lavorano più avvocati che muratori. Un provvedimento di un sindaco o del Parlamento è costantemente rimesso in discussione, una corsa a ostacoli impressionanti”, ha sottolineato Renzi. “Giustizia civile: viviamo un tempo in cui la lunghezza e difficoltà del processo civile” è motivo per cui “se ne vanno investimenti e possibilità di credere che il Paese sia recuperabile”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Giustizia penale: a fronte di una straordinaria qualità di uomini e donne che lavorano nella giustizia esiste una preoccupazione costante nell’opinione pubblica che la giustizia corra il rischia arrivi tardi e colpisca in modo diverso”, ha concluso Renzi.

LA CRONACA ORA PER ORA

17,29 – Renzi: “Il primo giro è andato bene”
Come è andato il primo giro? “Molto bene, grazie”. Così il premier Matteo Renzi risponde ai giornalisti rientrando al Senato, per il dibattito sulla fiducia, dopo essere stato alla Camera a depositare il suo discorso programmatico. 

17,18 – Renzi, prima contestazione da premier fuori dalla Camera
Quando si è capito che Matteo Renzi non avrebbe lasciato la Camera dall’ingresso principale, una piccola folla radunata in piazza di Montecitorio si è sfogata urlando all’indirizzo del premier ‘buffone, buffone’. Davanti all’ingresso principale lo attendeva l’auto blu e un gruppetto di cronisti e operatori tv. Oltre a una piccola folla di contestatori, tenuti a distanza dalle transenne. Dopo qualche minuto di attesa la macchina si sposta e entra nel palazzo della Camera. A quel punto scatta la contestazione in piazza con urla all’indirizzo del premier. Passano ancora pochi minuti e Renzi lascia Montecitorio da un ingresso secondario a bordo dell’auto blu.  

17,09 – Prima telefonata Renzi-Obama
Prima telefonata tra il premier Matteo Renzi e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Renzi ha sentito il presidente Usa dopo la consegna del discorso programmatico alla Camera. “Yes”, ha risposto il premier italiano ai giornalisti che gli chiedevano se la telefonata fosse andata bene. 

16,56 – Renzi: “I sottosegretari? Li facciamo al prossimo cdm”
“Li facciamo nel prossimo Consiglio dei ministri”. Così il premier Matteo Renzi ha risposto ai giornalisti su quando il Consiglio dei ministri nominerà i sottosegretari e i vice ministri.

16,50 – Renzi consegna discorso programmatico anche alla Camera
Matteo Renzi ha consegnato in aula alla Camera il testo dell’intervento programmatico pronunciato in Senato. “Le consegno il testo delle dichiarazioni programmatiche del governo che ho precedentemente illustrato al Senato”, queste le parole del premier, per la prima volta in aula a Montecitorio. Laura Boldrini ha preso atto e ha annunciato la convocazione della conferenza dei capigruppo per le 17,30 per definire il calendario del dibattito sulla fiducia domani alla Camera.  

16,24 – Renzi, consiglio dei ministri lampo
È terminato il Consiglio dei ministri convocato nel pomeriggio nelle sale del Governo al Senato. Il Cdm è stato convocato per decidere la costituzione di parte civile in giudizio dello Stato per un contenzioso con la Regione Piemonte.

15,16 – Renzi: “Marò, vicenda allucinante”
“Ieri ho scelto di fare alcune telefonate simboliche ma non solo simboliche, ho chiamato i marò in India, coinvolti in un’assurda e allucinante vicenda per la quale garantisco un assoluto impegno del governo”. Così il premier Matteo Renzi nel corso del suo intervento in aula al Senato, dove sarà votata la fiducia al nuovo esecutivo.  

15,09 – “Lavoro, discussione entro marzo”
“Entro marzo” sarà avviata la “discussione parlamentare sul piano del lavoro”. Lo afferma il presidente del consiglio incaricato, Matteo Renzi, nel suo intervento a palazzo Madama. Il piano prevede l’intervento sulle regole normative “anche profondamente innovative”.

15,06 – Renzi: “Approvare legge elettorale con altre riforme”
“Con quale credibilità possiamo dire che è urgente intervenire sulla legge elettorale e poi perdere l’occasione del contingentamento dei tempi”? Così Matteo Renzi, che definisce “una priorità” approvare l’Italicum alla Camera. Ma aggiunge: “Politicamente esiste un legame netto” con le riforme di Senato e titolo V: “Sono 3 parti della stessa cosa”. 

15,00 – “Province, chiudiamo la partita prima delle elezioni di maggio”
“Il disegno di legge Delrio è nelle condizioni di impedire che il 25 maggio si voti per il rinnovo di 46 amministrazioni provinciali. C’è un’opposizione dura, anche con ostruzionismo da parte di Fi e M5S. Vi invitiamo a riflettere su questa proposta: chiudiamo il ddl Delrio e impediamo di votare il 25 maggio, ma nel Titolo V riapriamo tra di noi la discussione su cosa debbano essere le Province. Non possiamo perdere questa occasione: volete rivotare per 46 Province? C’è qualcuno che possa dire che non è un costo?”. Così il premier Matteo Renzi nel corso del suo intervento in aula al Senato, dove sarà votata la fiducia al nuovo esecutivo.  

14,49 – “A giugno il Guardasigilli presenterà paccetto di riforma della giustizia”
Nel suo intervento, Renzi prende atto che “in vent’anni” i due poli non sono riusciti a “convincersi l’un l’altro” della bontà delle loro posizioni. Ci penserà quindi il ministro della giustizia, Andrea Orlando, a presentare “entro giugno” un pacchetto complessivo di riforma, dalla gioustizia amministrativa a quella penale. 

14,48 – “Dichiarazioni dei redditi trasmesse via internet a pensionati e dipendenti pa”
Il premier Matteo Renzi, nel suo passaggio sul fisco, propone che “tutti i dipendenti pubblici e tutti i pensionati ricevano direttamente a casa una dichiarazione dei redditi precompilata”.  

 14,47 – Trasparenza, Renzi: “Online gli atti della Pubblica aministrazione”

14,40 – Renzi: “Sblocco totale dei crediti verso la pubblica amministrazione”
Sul fronte del programma, in materia di economia Renzi promette “lo sblocco totale dei crediti delle aziende verso la pubblica amministrazione”, attraverso la Cassa depositi e prestiti. Poi lo “sblocco del credito per le piccole e media imprese, che soffrono del credit crunch, sempre con l’intervento della Cdp. E ancora, una “riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale, irreversibile e legato non solo alla riduzione della spesa”. 

14,39 – Renzi: “Il cambio non oscura i risultati del governo Letta”

14,34 – Renzi: “Piano straordinario per la scuola, stop a patto di stabilità”
Un piano di investimenti da diversi miliardi di euro in scuola ed edilizia scolastica, coinvolgendo i sindaci. E’ l’annuncio di Renzi nel suo intervento programmatico.

14,30 – Renzi, nuovo scontro con i Cinque Stelle
Il premier Renzi è stato interrotto una seconda volta dai senatori Cinque Stelle, mentre parlava di scuola, e ha ribattutto: “Il mio partito svolge una funzione sociale nei confronti dei parlamentari Cinque stelle, che ha problemi con la base”. 

14,28 – Renzi: “Questo è un governo politico”

14,22 – Elezioni, Renzi punzecchia i Cinque Stelle
“Il presupposto è che eravamo ad un bivio: alle elezioni, noi non abbiamo paura, siamo abituati a candidarci”. Così il premier Matteo Renzi che, davanti al rumoreggiare dei senatori grillini, ha ribadito che il Pd non teme le elezioni, e ha citato il caso della sardeegna, dove i grillini non si sono presentati.

14,21 – Renzi: “Politica dia tregua ai cittadini”
“Se in questi anni avessimo prestato ascolto ai mercati rionali ci saremmo accorti che la richiesta è di tregua della politica rispetto ai cittadini: l’impressione che abbiamo dato è di angoscia tra politici e cittadini”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi nel suo intervento al Senato per la fiducia. 

14,20 – “Riforme, rispetteremo i tempi”
Sulla legge elettorale e le riforme costituzionali si è raggiunto “un accordo che va oltre la maggioranza di governo”. Quell’accordo “lo rispetteremo nei tempi e nelle modalità prestabilite”. Così il premier Matteo Renzi nel chiedere la fiducia al Senato 

14,15 – Renzi: “Vorrei essere ultimo premier a chiedere fiducia in Senato Roma”
“Vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio a chiedere la fiducia in quest’Aula”. Così il premier Matteo Renzi nel corso del suo intervento in aula al Senato, dove sarà votata la fiducia al nuovo esecutivo. Un riferimento al progetto di riforma che abolisce l’assemblea di Palazzo Madama.  

14.12 – Renzi: “Non ho l’età per stare in Senato”

14.10 – Renzi inizia il suo discorso al Senato: “Ci avviciniamo in punta di piedi al Senato”

13.28 – Grasso: “Prima chiama fiducia alle 22” – Il presidente del Senato, Pietro Grasso, spiega intanto su Facebook come funzionano i lavori di Palazzo Madama. “Dopo aver giurato sabato nelle mani del Presidente Napolitano il premier Matteo Renzi e la sua squadra devono ottenere, attraverso un voto, la fiducia di entrambi i rami del Parlamento. Si comincia oggi dal Senato, così come prevede la cosiddetta prassi della culla: l’esecutivo deve nascere in una camera diversa da quella in cui ha preso il via il governo precedente (il governo Letta iniziò infatti il suo percorso alla Camera)”. “Dalle 14.00 – prosegue – il premier Renzi illustrerà le linee del programma che lui e i suoi Ministri intendono realizzare e sulle quali chiede, appunto, la fiducia dell’Aula. Una volta terminata questa fase, tutti i gruppi parlamentari hanno la facoltà di esprimere il loro parere, i loro consigli e le loro critiche sul programma appena delineato. Successivamente ogni gruppo esprimerà la propria dichiarazione di voto, annunciando pubblicamente se intende sostenere il governo o meno. La giornata parlamentare si chiude quindi con l’atto del voto di fiducia”.

8.16 –  Guidi (Economia): “Mai stata a cena ad Arcore” – Intervistata dal ‘il Corriere della Serà, il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, smentisce che lunedì scorso lei fosse ad Arcore con suo padre a cena con Berlusconi che le avrebbe offerto una candidatura alle Europee, come emerso ieri. “Assolutamente no. Non sono mai stata ad Arcore a cena e non mi ha offerto alcuna candidatura alle Europee. Non riesco a capire come sia nata questa invenzione. Certo conosco Berlusconi, l’ho incontrato diverse volte ed è vero che, a essere precisa tramite Alfano, mi ha chiesto alle ultime elezioni di entrare in lista nel Pdl. Ma ho rifiutato per due motivi: perché non ho mai voluto scendere in politica e perché avevo un bambino piccolissimo”. Tesi questa nota da tempo, e riportata anche in passato da diverse fonti di stampa. Sul possibile conflitto di interessi, la Guidi precisa, oltre a confermare le dimissioni da ogni incarico precedente: “Ducati Energia ha in Italia solo il 20% del fatturato. Partecipiamo ad appalti privati e pubblici in tutto il mondo dove esportiamo in 140 Paesi. In Italia, con le aziende pubbliche abbiamo solo il 10% del fatturato, alcuni appalti li abbiamo vinti altri persi. La Ducati è una azienda sanissima, ha sempre fatto profitti e non ha mai distribuito utili ma li ha sempre reinvestiti dedicando alla ricerca e sviluppo dal 7 al 10% del fatturato puntando sull’alta tecnologia. Per questo non abbiamo risentito della crisi”.

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