Il Proc. Antonino Di Matteo chiede oggi dalle pagine del Corriere della Sera cosa ne pensiamo noi, le vittime della trattativa Stato Mafia, del libro di Salvatore Lupo e Giovanni Fiandaca che contesta l’inchiesta della Procura di Palermo. Riportiamo quindi il nostro comunicato di ieri consegnato alle agenzie di stampa in risposta alla richiesta del Pm Antonino di Matteo.
Bene! L’interessante affermazione di uomini illustri come Lupo e Fiandaca intanto quasi “sancisce una volta per tutte che trattativa” c’è stata.
Dopo di che, Signore miei, è ovvio che non esiste nel codice penale il reato di trattativa, ma esiste ben chiaro il concorso di persone nel reato di “minaccia aggravata a corpo dello Stato” come si sta dibattendo a Palermo, così come esiste il concorso in strage, così come esiste il reato di assassinio plurimo aggravato. Infatti Caterina, Nadia, Dario, Fabrizio e Angela sono stati assassinati, così come 48 persone sono state ferite e invalidate irrimediabilmente il 27 Maggio 1993 e non solo dalla mafia “cosa nostra”.
Va inoltre chiarito con il processo di Palermo se vi è stato il reato gravissimo attraverso il quale, con maneggi vari, sono stati sostituiti i bersagli nel mirino di Cosa nostra.
Infatti la vostra “legittima” trattativa Stato mafia ha forse permesso di salvare cinque ministri della Repubblica ma li ha sostituiti con cinque innocenti nel centro storico di Firenze.
Esiste, inoltre, il delitto morale di chi difende l’indifendibile, perché in questo Paese non sono riusciti dopo il 14 Maggio 1993 con l’attentato di via Fauro a Roma, a fermare lo stragismo terroristico eversivo e si è arrivati all’attentato del 27 Maggio 1993 con una tranquillità istituzionale da far paura.
Chiediamo quindi il cambio di imputazione anche nel sentire comune da “trattativa stato mafia” a “concorso in strage” .
Un processo quello per “concorso in strage”, che da 20 anni chiediamo a Firenze in aula bunker, la sede naturale del processo per le stragi del 1993, per portare in giudizio quanti a vario titolo sono coinvolti nella strage di via dei Georgofili, carte alla mano.
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