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Nonni: l’amore richiede limiti

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Non è scontato voler bene ai nonni. Almeno non nei nostri tempi. I nonni possono essere perfetti sconosciuti o personaggi che spuntano per Natale e feste comandate. Se va bene.   

I nonni sono persone da amare tantissimo per i bambini che li hanno avuti accanto. Ma ci sono genitori che non reputano una priorità della famiglia abitare vicino ai nonni, programmare vacanze insieme o costruire una consuetudine che faccia conoscere ai bambini la bellezza della vita che si dipana di padre in figlio, la ricchezza di un rapporto che non ha pari. È un amore, quello dei nonni, che pare quasi più puro, perché non gravato dalla responsabilità, dalla fatica che sopraffà papà e mamma. I bambini ripagano con un attaccamento speciale, commovente. E non c’è bisogno di blandirli con balocchi e dolciumi, non è necessario permettere tutto.   

Hanno il cuore grande, i bambini. Non rifletteva su questo aspetto il signor Attilio quando tuonava: “Non sono più padrone in casa mia!”. L’oggetto del contendere erano le regole che i bambini erano normalmente tenuti a rispettare e che a casa sua cadevano in prescrizione. Quasi tutto quello che a casa era vietato, dai nonni era lecito. Calcare il suo suolo domestico ed attendere alle 1000 e una richiesta di accudimento dei pargoli da parte dei genitori, conferiva ad Attilio, a suo modo di vedere, il diritto di considerare casa sua territorio neutrale, intangibile per le molte leggi e leggine non scritte che tentavano di indirizzare la vita dei pargoli. Certo, in una qualche misura nessun genitore sano di mente poteva pretendere che il nonno si attrezzasse per essere la controfigura del papà o, peggio della mamma. Era ovvio che ci fossero concessioni ed eccezioni. E non era misurabile la riconoscenza di mamma e papà per tutto quell’aiuto e sostegno autentico, non prezzolato. Nessuna baby sitter, pensavano, potrà mai voler bene ai bambini come la nonna.   

Peró, protestava il genero, disattendere platealmente i dettami di un genitore, non è un po’ come screditarlo agli occhi dei suoi stessi figli? Non è peggiore la lacerazione che si crea nei bambini se vedono il padre o la madre scavalcati.   

Difficile dirlo. Ora Cinzia e Roberto si sono separati. Il signor Attilio è di nuovo padrone in casa sua.

il Fatto Quotidiano del Lunedì, 27 gennaio 2014

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