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Malasanità: limitare la pubblicità sui risarcimenti facili

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E’ di questi giorni la discussione in merito al disegno di legge presentato dal Senatore Amedeo Bianco (Pd) in merito ad alcuni correttivi della legislazione attuale in materia di responsabilità medica.

La questione sicuramente andrà valutata attentamente insieme alle categorie degli utenti della sanità, ma un’iniziativa in tal senso è sicuramente dovuta e forse tardiva. Un primo passo era stato fatto con il decreto Balduzzi del 2012 in materia di responsabilità penale del personale sanitario.

Nell’ultimo decennio il sistema dei risarcimenti per “malasanità” è entrato in cortocircuito, mettendo in serio pericolo l’intera macchina della sanità pubblica. Aumento esponenziale delle richieste risarcitorie. Assicurazioni che non vogliono più assicurare i medici o le aziende ospedaliere. Personale sanitario sottoposto a continue minacce di azioni legali, anche di carattere penale, costretto, i molti casi, ad adottare la medicina difensiva.

Il nuovo disegno di legge vorrebbe limitare la responsabilità civile del medico solo per i casi di dolo e colpa grave (escludendo quindi la colpa lieve), e riducendo da 10 a 2 anni il termine per esercitare l’azione di risarcimento.

Su questi termini è corretto discutere per trovare il corretto equilibrio, ma un punto su cui sarebbe importante intervenire e su cui, invece, non sembra esserci ancora una volontà decisa, è il tema della pubblicità in materia di azioni per chiedere i risarcimenti.

Da qualche tempo, i mezzi di telecomunicazione ospitano spot pubblicitari che hanno ad oggetto possibili azioni per ottenere risarcimenti di qualsiasi tipo.

A volte, tali spot possono risultare anche suggestivi, se si considera che si rivolgono comunque a una platea di soggetti che hanno dovuto usufruire di servizi sanitari e quindi evidentemente più sensibili e facilmente suggestionabili. Mettiamoci anche la crisi economica e il mix diventa fatale.

Corre l’obbligo chiedersi se è giusto che questioni delicate come azioni legali nei confronti di medici o di aziende ospedaliere possano essere oggetto di pubblicità come qualsiasi altro prodotto o se debbano essere invece limitate e controllate.

Una legislazione chiara e un serio controllo in merito comporterebbe una drastica diminuzione delle azioni di risarcimento temerarie, con beneficio per il sistema sanitario e, in ultima analisi, anche per quello giudiziario.

Insomma per la collettività.

di Alessio Rancan

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