Giancarlo Abete guida la Federazione Italiana Giuoco Calcio dall’aprile 2007. Ha preso il posto di Luca Pancalli dopo il commissariamento seguito a Calciopoli e ai Mondiali vittoriosi in Germania. Un anno fa è stato rieletto con un plebiscito: era l’unico candidato in corsa e prese il 94,3% dei voti. Rimarrà in carica fino al 2017. Nel suo curriculum anche tre legislature alla Camera: dal 1979 al 1992 è stato parlamentare con la Democrazia Cristiana. Dai rincari dei tesseramenti allo svincolo dei giocatori, fino all’applicazione dello ius soli nel pallone, il suo è un parere a 360 gradi sullo stato di salute del calcio giovanile in Italia.

Perché un simile aumento dei costi di tesseramento per le giovanili? In alcuni casi si raggiunge anche il 250% in più…
L’aumento riguarda i costi assicurativi che sono stati rideterminati da un decreto ministeriale. Questo prevede indennizzi minimi a tutela dei tesserati di gran lunga maggiori rispetto a quelli precedenti. I costi assicurativi sono per decreto a carico dei tesserati e delle società.

Nella maggior parte dei casi i rincari sono ricaduti sulle famiglie. La Figc non ne ha tratto profitto?
No. La Figc ha ribaltato sul tesserato il costo assicurativo senza alcun ricarico, pure dovendo seguire amministrativamente diverse centinaia di migliaia di posizioni. Ha avuto impatto zero sui nostri bilanci. La tassa di tesseramento, invece, che è diversa dai costi assicurativi, è stata unificata per tutte le categorie a 5 euro e questo ha portato, a parità di tesserati, un ricavo inferiore rispetto alla stagione 2012/2013.

Che senso ha il vincolo fino ai 25 anni di età? Dal vostro punto di vista non rappresenta una limitazione della libertà dei giocatori dilettanti?
Il vincolo sportivo è previsto dai Principi fondamentali degli statuti delle federazioni sportive nazionali. Gli statuti prevedono che abbia una congrua e ragionevole durata. Per la Figc dagli 8 ai 16 anni vige sempre il vincolo annuale. Dai 14 anni è possibile vincolarsi con la società fino al venticinquesimo anno. Dai 18 anni per i dilettanti il vincolo è una libera scelta visto che il calciatore può sottoscrivere, in sede di tesseramento, il cosiddetto svincolo per accordo. In base all’articolo 108 il calciatore, al termine della stagione, torna libero di tesserarsi con chi vuole.

Limiti però rimangono e da più parti chiedono un cambiamento. E’ possibile arrivare a una completa abrogazione del vincolo?
L’argomento è stato discusso nel Consiglio federale del 20 dicembre. E’ importante che qualsiasi decisione sia frutto di una riflessione che riguarda il Coni e tutte le altre federazioni sportive. In ogni caso non si deve generare il convincimento di inesistente automatismo del vincolo a 25 anni.

Perché nel calcio italiano sopravvivono tutta una serie di lungaggini burocratiche al tesseramento dei giovani stranieri?
La normativa Fifa per il primo tesseramento dei ragazzi stranieri prevede che tutti i controlli siano svolti a Zurigo. La Federazione ha ottenuto una deroga e gli iter riguardanti il mondo dilettantistico e giovanile sono valutati qua per accelerare le pratiche. L’intento della Fifa naturalmente era e rimane quello di preservare i bambini e i ragazzi da ogni forma di sfruttamento con l’illusione di importanti carriere al di fuori dei paesi di origine. Ma il rischio che si correva era, appunto, quello di lungaggini burocratiche eccessive rispetto a forme di controllo e tutela che pure sono necessarie.

Sarà mai possibile applicare lo ius soli nel calcio dilettantistico come fatto da altre federazioni? Si arriverà a evitare che a un ragazzino sia impedito di giocare a pallone?
In Italia vige lo ius sanguinis, anche se oggi nel paese lo ius soli è oggetto di una profonda riflessione. La Federazione ha fortemente accelerato verso normative che facilitino l’attività sportiva dei ragazzi extracomunitari di ogni fascia di età. Ricordo che gli extracomunitari nati sia in Italia che all’estero sono tesserabili in numero illimitato se non provengono da federazioni estere. Per quanto riguarda i giovani provenienti da federazioni estere abbiamo raddoppiato il numero. Ovviamente in tutti i casi occorre essere in regola con le leggi in materia di immigrazione. Di fatto l’unica differenza tra i ragazzi extracomunitari e i comunitari è la necessità per i primi di avere il permesso di soggiorno. Voglio anche ricordare recenti importanti iniziative di integrazione, vedi i casi Afro Napoli United e Polisportiva Lampedusa che partecipano al campionato di terza categoria.

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