Il bacio saffico tra un’israeliana e una palestinese, entrambe con i volti insanguinati, era finito su tutti i giornali l’anno scorso. Era la foto di gennaio del ‘Calendario delle studentesse, che, giunto all’ottava edizione, torna anche nel 2014. I 12 scatti con le modelle prese dalle università di tutta Italia, in posa per lanciare un messaggio sociale, sono stati presentati a Villa Diamante, Napoli.

Lo scatto che fece più discutere nel 2013

Nel 2014 la ragazza di agosto si taglia il niqab per liberare la bocca. Il mese di giugno celebra le Pussy Riot. Quest’anno il ‘Calendario delle studentesse’ , nato nel 2007 e realizzato da Arakne communication, sceglie come argomento la lotta alla violenza sulle donne. E celebra quante, dall’Italia alla Russia, passando per il Medio Oriente, abbiano scelto di liberarsi dai vincoli della sudditanza psicologica, fisica o sessuale di un singolo uomo o di una società maschilista nel suo complesso.

“Il coraggio è donna” è il titolo dell’edizione 2014 del Calendario (l’anno scorso si chiamava “Una razza”), ma anche l’hashtag (#ilcoraggioèdonna) con cui i creatori del calendario invitano le donne a raccontare sui social le loro storie contro la violenza. Gli scatti, firmati da 13 fotografi affermati, hanno per protagoniste 20 ragazze tra i 18 e i 30 anni scovate, come ogni anno, nelle università di tutta Italia.

Lo scatto di gennaio del 'Calendario delle studentesse'

Il ‘Calendario delle studentesse’, finanziato da alcune imprese, sarà distribuito gratuitamente a Roma, Milano e Napoli, in abbinamento al freepress “Pocket magazine”, ma sarà visibile anche sul sito.

Inutile nasconderlo: il calendario sceglie una veste indubbiamente sexy e patinata per lanciare messaggi sociali. Non mancano i nudi e le provocazioni, pure nel 2014, l’anno dedicato alla violenza sulle donne. La bellezza delle modelle e la professionalità dei fotografi e dei 30 esperti di arte, moda e bellezza coinvolti completano il lavoro.

I 12 scatti di quest’anno ritraggono “una donna capace di sovvertire la percezione di sudditanza di cui è spesso vittima”, dicono i creatori. E continuano: “Testimonial forti, sorridenti, ironiche, romantiche, provocatorie e coraggiose pretendono con determinazione il rispetto della propria condizione di donna, pilastro fondamentale su cui costruire una società civile a prescindere da qualsiasi vincolo religioso, economico o sociale“.

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