“Ecco l’ora.- nel sonno immerso giace
Agamennone…e gli occhi all’alma luce
non aprira’ piu’ mai? Questa mia destra,
Di casto amor, di fede a lui gia’ pegno,
per farsi ora sta del suo morir ministra?
Tanto io giurai.-Purtroppo si’;…convienmi
Compier… Vadasi.   ….”
 
Siamo nell’ Agamennone di Alfieri, e Clitennestra, sposa tradita, lasciva e vendicativa si accinge ad uccidere nel sonno il marito Agamennone, tornato dalla guerra di Troia. “Tanto io giurai” dice, e tanto si trova ora costretta a compiere.  
Ecco l’ora Matteo. Tanto tu giurasti a frotte di elettori esasperati, arrabbiati, disincantati, che acclamavano a gran voce la decapitazione metaforica del vecchio gruppo dirigenziale della sinistra; e tanto ora ti tocca compiere.
E’ per questo, principalmente per questo infatti, che ancora una volta, irriducibili fin quasi al ridicolo, sbeffeggiate dal disincanto collettivo, considerate patetiche nella loro ostinazione da urna, quasi tre milioni di persone sono venute ai gazebi ancora una volta a pretendere di partecipare al gioco politico dal quale sono state progressivamente sempre più escluse.
Questi tre milioni di persone hanno uno scopo che le accomuna (eccetto forse qualche elettore di Cuperlo- ma non tutti- ancora legato al vecchio gruppo): il cambio di stagione nell’armadio. La Seconda Repubblica vorrebbe non finire mai e da anni ormai traccheggia sul precipizio di una fine eterna che rifiuta di compiersi. Ebbene la coda perdente, corrotta e compromessa dell’ei fu partito comunista ha saturato la pazienza di tutti coloro che per anni hanno tentato di riconoscersi nelle sue derive partitiche; ed è per questa ragione che questi stessi esasperati individui (non ingenui, naif e pecoroni come si è detto, ma invece testardi, ostinati, consapevoli e a loro modo ribelli) sono venuti a votare domenica. 
La loro presenza non significa che la strategia di consensi onnicomprensiva, che un colpo al cerchio e uno a Briatore, che il giovanilismo a tutti i costi li abbia entusiasmati e galvanizzati. Significa piuttosto che davanti all’ipotesi di un film non ancora visto, nonostante il trailer non convinca del tutto, hanno preferito tentare la visione di un potenziale Avatar,  piuttosto che suicidarsi con l’ottocentesima proiezione della Corazzata Potemkin.

La debacle dalemiana con Scalfarotto (partita che il Fantasma di Canterville del Pd, come lo battezzai tempo addietro, dava già per vinta) è uno dei segnali più eloquenti di queste primarie.

Matteo Renzi ha fondato tutta la sua campagna elettorale sulla concretezza ed ha parlato di una sinistra che non necessariamente dev’essere noiosa e perdente; ha, con americanismi vari sparsi qua e là e promesse di immediata fattività, infuso un senso di pragmatismo su cui la gente ha voluto puntare il tutto per tutto, pur di dipanare l’immobilismo impotente, quando non colluso, dei D’Alema, Veltroni and friends.
C’e’ una generazione che scalpita, stanca di essere tenuta in formalina quando non vampirizzata, e Renzi le ha detto che è il tempo che scriva le sue pagine e non più che si lasci raccontare quelle altrui.
Bene Matteo, tanto giurasti..ora non ti resta che compierlo. Vadasi.

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