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Thailandia, assalto ai centri del potere. Almeno cinque morti negli scontri

La premier Yingluck è stata portata in un luogo segreto per sfuggire alle violenze dei manifestanti, che hanno preso d'assalto televisioni, palazzi governativi e sedi della polizia. Il leader della protesta ha incontrato il primo ministro e le ha dato due giorni "per restituire mil potere al popolo"
Thailandia, assalto ai centri del potere. Almeno cinque morti negli scontri
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E’ scontro aperto in Thailandia tra gli schieramenti pro e contro il governo della premier Yingluck Shinawatra: il primo ministro è stato portato in un luogo segreto per sfuggire alle violenze dei manifestanti, che hanno preso d’assalto televisioni, palazzi governativi e sedi della polizia. Nella battaglia urbana tra le due fazioni, secondo fonti ufficiali, sono morte cinque persone, mentre sono almeno 45 i feriti. Il leader della protesta ha incontrato la premier e e le ha dato due giorni di tempo per “restituire il potere al popolo”. Gli oppositori parlano di “golpe del popolo” e hanno proclamato giornate di festa per i dipendenti pubblici.  

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Gli scontri si sono concentrati nella zona dello stadio di Bangkok, dove si erano riunite decine di migliaia di “camicie rosse”, i sostenitori del governo, che si sono dispersi stamattina all’appello dei loro leader, temendo violenze. “Al fine di non complicare ulteriormente il compito del governo, abbiamo deciso di lasciare che le persone rientrino a casa”, ha detto Thida Thavornseth, dopo gli scontri avvenuti nei pressi dello stadio. I sostenitori del governo hanno lasciato stamattina lo stadio sotto la sorveglianza della polizia, mentre piccoli gruppi di oppositori lanciavano minacce stando dall’altra parte della strada. Nelle violenze scoppiate ieri sera uno studente ventunenne è rimasto ucciso a colpi d’arma da fuoco, mentre i governativi denunciavano la morte di altri quattro attivisti.

Una volta abbandonata la zona dello stadio, i manifestanti antigovernativi hanno dato l’assalto ai centri di potere di Bangkok. Una parte di dimostranti ha fatto irruzione nel compound del club sportivo della polizia dove si trovava il primo ministro Yingluck Shinawatra, che è stata subito scortata dalle forze dell’ordine in un luogo segreto. Negli stessi istanti, in un’altra area di Bangkok la polizia ha sparato per tre volte gas lacrimogeni verso i manifestanti vicino al palazzo del Governo, dove si trova l’ufficio della premier Yingluck. Infine, l’ultimo sono state occupate tre emittenti televisive per obbligarle a trasmettere anche il loro punto di vista e non soltanto quello governativo, tra cui la tv pubblica Thai Pbs. I tre canali sono gestiti rispettivamente dal governo, dai militari e da una società indipendente.

Il leader della protesta antigovernativa thailandese, Suthep Thaugsuban, ha incontrato la premier Yingluck Shinawatra. “Non ci sono stati negoziati né compromessi”, ha affermato. “Le ho detto che questa è l’unica ed ultima volta che la incontro prima che il potere venga restituito al popolo. Non ci saranno trattative e tutto deve essere concluso in due giorni”. Parlando ai giornalisti in uno degli accampamenti di protesta, Suthep ha detto che l’incontro è avvenuto sotto l’egida dell’esercito, che si definisce neutrale. In precendeza, Suthep aveva proclamato, a partire da domani e fino alla fine della crisi in corso nel Paese, una serie di giornate di “festa” per i dipendenti pubblici. “Proclamo che domani sia l’inizio di una festa nazionale per tutti i dipendenti pubblici che si protrarrà fino al ritorno alla normalità”, aveva dichiarato in diretta su diverse emittenti pubbliche. Suthep, a capo delle proteste antigovernative a Bangkok dal 1 novembre, aveva giurato di voler portare avanti le manifestazioni fino al completo rovesciamento del regime di Thaksin, l’ex premier condannato per corruzione e riparato all’estero che secondo l’opposizione dirige di fatto il governo guidato dalla sorella. I manifestanti antigovernativi hanno proclamato oggi “giorno della vittoria” per quello che definiscono il “golpe del popolo“.

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