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Piemonte, i consiglieri Pd lasciano gli incarichi contro lo scandalo rimborsi

A dimettersi il vicepresidente dell’Assemblea regionale, il presidente della Giunta per le elezioni, e i vicepresidenti delle Commissioni. Sono indagati il governatore Cota e la maggior parte dei consiglieri, esclusi i democratici
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Inizia a provocare i primi smottamenti politi l’inchiesta sui rimborsi in Regione Piemonte. I consiglieri del Partito democratico lasciano formalmente i loro incarichi istituzionali. Il vicepresidente dell’Assemblea regionale, Roberto Placido, il presidente della Giunta per le elezioni, Rocco Muliere, e i vicepresidenti delle Commissioni hanno formalizzato agli uffici regionali le loro dimissioni, mentre sono state rinviate al 28 febbraio quelle dei consiglieri, per consentire l’approvazione del bilancio. Le dimissioni dei democratici e la stessa indagine, già ribattezzata “rimborsopoli” che tra gli indagati vede lo stesso governatore Roberto Cota e quasi tutti i consiglieri (esclusi quelli del Pd), ricorda la vicenda che portò alla caduta della giunta di Renata Polverini nel Lazio e lo scandalo Fiorito, soprannominato “Er Batman”.

Sulla vicenda fondi è intervenuto anche il leader del Movimento cinque stelle Beppe Grillo che, con un post sul suo blog, attacca il presidente della Regione: “Resta attaccato alla poltrona con le unghie e con i denti, lamentando la solita campagna di attacco alle istituzioni e alla democrazia da parte dei giornali di sinistra e di fantomatiche lobbies. Si dice che voglia tirare fino alle europee dove spera di avere un posto sicuro per poi dimettersi. Bisogna quindi levare alta una voce per far sì che questo Consiglio degli scandali si dimetta e si vada al più presto alle elezioni, per mandarli tutti a casa”. E annuncia che sabato 7 dicembre (14.30) il M5S organizzerà una raccolta firme in piazza Castello a Torino “che si espanderà in tutta la Regione, per terminare a gennaio con una grande manifestazione popolare per dire che di Cota e Bresso, Pd e Pdl ne abbiamo le scatole piene e vogliamo cambiare”.

L’indagine ha accertato che nelle spese effettuate con i rimborsi c’erano: briglie per il cavallo, vassoi d’argento in regalo per il matrimonio di un assessore, un cambio di pneumatici per l’auto, una fornitura di panettoni e spumante per le festività natalizie. E ancora sottofiletti per pranzo, borse Louis Vuitton e gioielli di Cartier. Le accuse ipotizzate a vario titolo sono di peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa nel periodo maggio 2010-settembre 2012.

 

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