Il Fatto Quotidiano, 28 novembre 2013
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(Adnkronos) - “Sono numerose le ricerche scientifiche che hanno valutato il ruolo dell'omeopatia” come aiuto “nella cura del paziente oncologico”. Lo ha detto Marco Lauro, responsabile del Servizio scientifico di Boiron Italia, oggi a Milano, nel corso dell’incontro ‘Oncologia integrativa: il ruolo dell’omeopatia’, ricordando degli studi come quello di “un’équipe di medici di Strasburgo. Si tratta di uno studio di osservazione multicentrico che ha valutato l'effetto del medicinale omeopatico per quanto riguarda la riduzione di effetti secondari collaterali dovuti al trattamento oncologico - continua - che ha anche registrato una soddisfazione del paziente che riceveva la terapia omeopatica in supporto alla cura oncologica. Lo studio ha evidenziato una diminuzione del 50-70% degli effetti collaterali invalidanti come inappetenza, nausea, stanchezza cronica nel gruppo che ha utilizzato l'omeopatia in associazione ai trattamenti convenzionali per combattere il cancro”.
Un'altra evidenza scientifica “importante da segnalare - aggiunge Lauro - è quella che ha coinvolto 98mila pazienti donne con carcinoma mammario non metastatico che dovevano sottoporsi al trattamento di mastectomia. Si tratta di uno studio retrospettivo che, grazie al Sistema sanitario nazionale francese, ha potuto raccogliere i dati dei cartelle cliniche di queste donne. Dai risultati è emerso che, laddove queste hanno assunto la terapia omeopatica, in aggiunta al trattamento convenzionale, c'è stata una importante diminuzione dei farmaci che solitamente utilizzavano per combattere gli effetti collaterali della terapia oncologica, per far fronte a questi effetti collaterali: quasi il 20% di corticosteroidi in meno e quasi il 30% in meno di farmaci antiemetici e antidolorifici. Questi aspetti sono importanti - conclude - perché concorrono a migliorare la qualità di vita del paziente, riducendo gli effetti collaterali e aumentando anche l'aderenza a tutti i protocolli convenzionali terapeutici per combattere il cancro”.
(Adnkronos) - In farmacia i pazienti in terapia per il cancro “chiedono aiuto” per disturbi “di cui non riescono a chiedere” consiglio “al medico o all'oncologo dell'ospedale perché storditi da mille informazioni. Ci chiedono come gestire dei piccoli grandi effetti collaterali che le terapie possono dare, come ad esempio la nausea, vomito, ulcere alla bocca, ulcere alla pelle, la gestione anche semplicemente dell'igiene quotidiana”. Così Sara Zucca, farmacista esperta in omeopatia, intervenendo oggi a Milano a un evento sull’oncologia integrativa, ricorda che “l'omeopatia ci ha sempre dato grandi riscontri perché dà la serenità di non interferire con la terapia e di non avere effetti collaterali. I pazienti riescono così a sentirsi meglio, stare meglio, essere anche più pronti a recepire e accogliere le terapie oncologiche”.
L'omeopatia “è sicuramente utile al paziente oncologico - aggiunge Zucca - nel supportarlo negli effetti collaterali delle terapie sia chemioterapici che radioterapie che nel post interventi chirurgici. Non cura il cancro, ma è di grandissima rilevanza per far sì che il paziente riesca a sopportare meglio le terapie che sta facendo ad aderire quindi meglio la terapia ed avere quindi un effetto anche migliore dalla terapia stessa”.
(Adnkronos) - Il modello di medicina complementare di Regione Toscana nella gestione integrata delle cure del paziente oncologico “è replicabile perché i trattamenti utilizzati, soprattutto nell'ambito dell'omeopatia, ma anche nel caso dell'agopuntura, sono a basso costo, sicuramente privi di effetti avversi e quindi integrabili senza creare possibili interferenze farmacologiche. Anche per questo sono ben accolti dai colleghi oncologi. Non avendo effetti avversi, inoltre, si inseriscono molto bene nelle terapie, senza pesare sul sistema di depurazione che l'organismo ha a livello epatico e anche renale. C’è quindi un doppio vantaggio: effetti certi e sicurezza dei trattamenti”. Così Elio Rossi, medico omeopata e responsabile del Centro Regionale per la Medicina Integrata Regione Toscana, all’Adnkronos Salute, oggi a Milano, in occasione dell’incontro ‘Oncologia integrativa: il ruolo dell’omeopatia’, spiega che “oggi il centro eroga circa 11-12 mila prestazioni annue a un totale di 2.300 pazienti oncologici che vengono soprattutto per il tumore al seno, ma anche per gli altri cosiddetti big killer che sono il tumore al retto, tumore al colon e al polmone”.
La Regione Toscana “da ormai più di 10 anni - aggiunge Rossi - prevede l’erogazione di prestazioni di medicina complementare, inclusa l'omeopatia. Queste terapie, presenti in 19 ospedali, sono di supporto, non vanno a inficiare il lavoro degli oncologi, ma vanno a supportare il loro lavoro nel ridurre gli effetti avversi e migliorare la qualità di vita dei pazienti, cosa che aiuta i pazienti a mantenere i tempi della terapia, utilizzare le dosi prescritte e di non ridurle a causa degli effetti avversi. Abbiamo cominciato collaborando 10 anni fa - rimarca l’esperto - con 'Istituto toscano tumori, oggi Ispro, e i benefici sono evidenti con un grado di soddisfazione importante dimostrato anche dal fatto che, nel corso del pandemia, non sono mai calati i pazienti nei nostri ambulatori, nonostante le grandi difficoltà di accesso agli ospedali, perché i benefici ottenuti hanno motivato i pazienti anche a superare tutte queste difficoltà”.
(Adnkronos) - L'omeopatia non cura il cancro, ma può essere utile, insieme ad altri trattamenti, nella riduzione di una serie di disturbi dovuti al trattamento oncologico e favorire così l’efficacia delle cure convenzionali. Lo sostengono gli esperti riuniti oggi a Milano all’evento ‘Oncologia integrativa: il ruolo dell’omeopatia’. Riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come sistema di cura che si avvale di medicinali omeopatici consigliati da professionisti della salute, la cura omeopatica è infatti in grado di rispondere a un’esigenza medica che riguarda, nel caso delle cure per il cancro, sintomi quali la nausea persistente, la stanchezza, ma anche l’ansia. “Una presa in carico globale e integrativa, che associa trattamenti convenzionali e medicine complementari, mette il paziente oncologico al centro contribuendo a migliorarne la qualità di vita e la compliance ai trattamenti”, afferma Silvia Nencioni, presidente e AD di Boiron Italia Recenti studi francesi evidenziano come il ricorso all’omeopatia, in questi pazienti comporti una diminuzione del 50-70% degli effetti collaterali invalidanti e una riduzione fino al 30% dei farmaci convenzionali usati solitamente per gestire questi disturbi.
Nel contesto oncologico, quindi, la medicina integrata, offerta in Toscana anche dal Servizio sanitario nazionale, si pone come evoluzione del modello della medicina perché unisce, in un approccio coordinato, quella convenzionale alla complementare, accompagnando i pazienti per migliorarne la qualità di vita, senza interferire nelle cure convenzionali e favorendo la continuità delle terapie. “Oltre ad essere efficace” nel risolvere “i disturbi provocati dalle terapie anti cancro - spiega Elio Rossi, medico omeopata e responsabile del Centro Regionale per la Medicina integrata Regione Toscana - non avendo effetti avversi e non pesando sul sistema di depurazione che l'organismo ha a livello epatico e anche renale, l’omeopatia, in questi pazienti, offre un doppio vantaggio: effetti certi in sicurezza”.
In farmacia, i pazienti che stanno facendo un percorso oncologico chiedono consiglio su “come gestire dei piccoli grandi effetti collaterali che le terapie - sottolinea Sara Zucca, farmacista esperta in omeopatia - come ad esempio la nausea, vomito, ulcere alla bocca, alla pelle. In tutto questo l'omeopatia ci ha sempre dato grandi riscontri perché dà la serenità di non interferire con la terapia e di non avere effetti collaterali”. Questi aspetti “sono importanti - conclude Marco Lauro, responsabile del Servizio scientifico di Boiron Italia
- perché concorrono a migliorare la qualità di vita del paziente, riducendo gli effetti collaterali e aumentando anche l'aderenza a tutti i protocolli convenzionali terapeutici per combattere il cancro”.
Taipei, 13 ott. (Adnkronos/Afp) - Stato di "massima allerta" a Taiwan, dopo che è stata rilevata la presenza di una portaerei cinese nelle quale a sud dell'isola. Lo ha reso noto in un comunicato il ministero della Difesa di Taipei, secondo cui "la Liaoning è entrata nelle acque nei pressi del canale di Bashi e starebbe procedendo verso il Pacifico occidentale". Le forze militari taiwanesi "restano in massima allerta, pronte a rispondere quando necessario".
Perugia, 13 ott. - (Adnkronos) - "Abbiamo addirittura scoperto cinque hezbollah che erano riusciti ad avere il passaporto italiano. Ora stiamo revocando la cittadinanza perché essere italiani è una cosa seria”. A farlo sapere è il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della Conferenza nazionale degli Enti locali di Forza Italia, in corso a Perugia.
“La nostra proposta su Ius Italiae è una proposta legata a un principio: la serietà e la reale volontà di essere cittadino italiano”, ha sottolineato Tajani aggiungendo: "Ma tante persone non vogliono essere italiane".
Quanto a un attacco come l’11 settembre da parte di Hamas, il ministro ha detto: "Della pericolosità di Hamas siamo tutti ben consci, quindi non va mai sottovalutato il pericolo di questa organizzazione terroristica, che è la responsabile di tutto ciò che sta accadendo in Medio Oriente, perché se non ci fosse stato il 7 ottobre forse avremmo una situazione ben differente".
"Hamas voleva questa reazione di Israele perché voleva impedire l’accordo tra Israele e l’Arabia Saudita. Questa è la ragione politica che ha portato Hamas a compiere la strage del 7 ottobre, provocando una reazione di Israele che è andata al di là di quello che era giusto, però non possiamo mai dimenticare la grande responsabilità di Hamas. Se è vero quello che dice il Washington Post vuol dire che bisogna essere fermi anche in Palestina contro questa organizzazione terroristica", ha affermato Tajani per il quale "il futuro della Palestina non può essere nelle mani di Hamas, deve essere nelle mani dell’Autorità nazionale palestinese, che ha dimostrato di avere una differente cura degli interessi del proprio popolo. Il futuro stato di Palestina, per il quale stiamo lavorando, dovrà essere uno Stato affidato alle cure dell’Anp, che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele”.
“Ce la stiamo mettendo tutta con un’azione diplomatica intensa, in costante contatto con le nostre ambasciate, soprattutto quelle a Tel Aviv, a Teheran, a Beirut, il consolato a Gerusalemme. Conto di andare in quei territori appena sarà possibile farlo”, ha concluso Tajani.
Roma, 13 ott. (Adnkronos) - Lieve scossa di terremoto nel reatino. Come segnala l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, alle 9.26 di questa mattina si è verificata una scossa di magnitudo 2.5, in una zona a 7 chilometri dal comune di Accumoli.
Cosa implicano le due scelte che ti proponiamo: