Dopo le atroci notizie di stupri e violenze in India, e passata la curiosità per le immagini dei cortei di donne con i bastoni in risposta dell’insostenibile clima di impunità verso il sessismo nel complicato sub continente, l’attenzione dei media si è spenta, salvo appunto tornare a puntare i riflettori quando e se arrivassero altre notizie tragiche.

Ma proprio in procinto di aprire la settimana che ci porta verso la giornata del 25 novembre, che in tutto il mondo e quindi anche in Italia sta crescendo nei numeri e nella qualità creativa e politica delle iniziative e occasioni di incontro e dibattito sulla violenza maschile contro le donne ecco l’irrompere di un breve ed efficace video a tema prodotto dall’AIB, un collettivo di teatro sociale che fa largo uso dell’ironia e della dissacrazione, che ha diffuso questo brillante lavoro nel web totalizzando milioni di click.

L’ironia e soprattutto l’autoironia del gruppo sociale più antico nel mondo anglosassone, per ragioni storiche e coloniali, sono già celebri e visibili per l’arte della dissacrazione nei media e nel mondo della cultura: in Inghilterra, da oltre 15 anni, i canali tv vedono primeggiare sit com e trasmissioni leggere nelle quali i tic sociali, le caratteristiche e le attitudini indiane nel vestire, nel cibo e nelle talvolta ossessive tradizioni familiari vengono smascherate e messe alla berlina, con una verve critica che difficilmente si ritrova nella autorappresentazione delle minoranze fuori dai paesi d’origine.

Nel video in questione, che già dal titolo è tutto un programma “Rape, it’s your fault” (stupro, è colpa tua), c’è l’apoteosi del pensiero surreale: le attrici cercano di convincere le donne ad accettare l’evidente responsabilità di essere loro la causa della violenza.  Sempre. Meravigliosa, poi, la chiusa con intervento del poliziotto che sancisce che, da qualunque angolazione la si guardi, la violenza maschile è colpa delle donne.

Considerando che il gruppo teatrale che propone il video è stato creato da attori maschi tra i più conosciuti in India il brillante contributo video alla critica della cultura millenaria patriarcale indiana, e non solo, è davvero un buon inizio in vista del 25 novembre.  

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