Un’auto che “sente” il guidatore: è questa la definizione che la Toyota dà della concept FV2, lo studio che presenterà questa settimana al Salone di Tokyo. Il curioso veicolo a quattro ruote incrociate (due in fila più due ai lati) si guida in piedi o a cavalcioni, ma senza volante o manubrio: le direzioni si impartiscono con il corpo, come quando si è in groppa a un cavallo. O forse sarebbe meglio dire come quando si sta in piedi su un Segway, l’ormai noto veicolo a due ruote capace di mantenersi in equilibrio, che si guida spostando il peso del proprio corpo nella direzione desiderata.

Mentre il Segway è già da tempo utilizzato nelle fiere, dai turisti e dalle forze dell’ordine nei centri storici di alcune città, il prototipo realizzato dalla Toyota per ora si può guidare solo virtualmente scaricando l’apposita applicazione su smartphone e tablet. L’FV2 – sigla che sta per Fun to drive Vehicle – sarebbe addirittura in grado di intuire lo stato d’animo del guidatore usando un sistema di riconoscimento vocale e facciale, e di suggerire quindi destinazioni frequenti e informazioni varie sulla guida. Fantascienza? Per ora sì. Ma i costruttori giapponesi sono sicuramente i più creativi nell’immaginare la mobilità di domani.

Il Salone di Tokyo, che si tiene ogni due anni a fine novembre al Big Sight, è famoso nel mondo proprio perché lì si vedono veicoli davvero fuori dagli schemi.  Nella sezione Smart Mobility City, per esempio, si possono guidare la Toyota Winglet, una sorta di sgabello semovente – o meglio, un “dispositivo di mobilità individuale” – simile all’UNI-CUB della Honda, anch’esso presente al Salone. L’i-Road Toyota, invece, è un veicolo elettrico a tre ruote che “piega” come una moto ed è altrettanto compatto: si potrà provare al Salone, in attesa di vederlo debuttare nel programma di car sharing elettrico presente a Toyota City. 

La Nissan, invece, presenta al Motor Show giapponese una concept car elettrica battezzata BladeGlider, che fa dell’agilità il suo punto di forza. Stretta davanti e larga dietro, ha tre posti, con il guidatore seduto in centro e in posizione avanzata rispetto ai due passeggeri. I motori elettrici si trovano all’interno delle ruote posteriori. Al di là dell’aspetto flolkloristico, quello che si può dedurre dagli esperimenti giapponesi è che i veicoli del futuro saranno sempre più piccoli (spesso a un posto solo), intuitivi, interconnessi fra loro e dotati di innumerevoli dispositivi elettronici di sicurezza, se non addirittura a guida autonoma. Ah, e naturalmente silenziosi perché elettrici

Nel campo della mobilità elettrica, le case giapponesi stanno passando ai fatti. A luglio, Toyota, Nissan, Honda e Mitsubishi hanno firmato un piano per finanziare l’installazione in Giappone di colonnine di ricarica per EV e ibridi plug-in (cioè gli ibridi che possono ricaricare le batterie direttamente da una presa di corrente). In questi giorni si è trovato l’accordo anche sui dettagli tecnici dell’operazione, che ha come obiettivo la creazione una rete di infrastrutture di ricarica “user friendly”. Con il contributo dello Stato (circa 750 mila euro), i quattro costruttori divideranno le spese per costruire 12.000 stazioni di ricarica (di cui 4.000 di ricarica rapida). Attualmente, sulla grande isola esistono poco meno di 5.000 colonnine. Secondo l’istituto di ricerca Navigant Research, oggi sono attive 64.000 stazioni elettriche nel mondo. In Italia, secondo la mappa di Colonnineelettriche.it, 517, di cui circa 300 gestite dall’Enel.

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