Sessanta lettori di questo blog hanno partecipato di persona all’incontro a Roma con me sul tema Lavorare nel non profit. Ci siamo visti nella sede di una Ong Internazionale romana. Colgo l’occasione per salutare e  ‘abbracciare’ tutti i partecipanti. Sono intervenuti per testimonianze, raccontarsi e dare suggerimenti, una decina di  manager di Ong, professionisti, persone in formazione, tra i 25 ed i 60 anni. Si è andati in approfondimento con la possibilità di chiedere e confrontarsi ‘de visu’ sul ‘come’ entrare a lavorare nel non profit, sulle reali possibilità di ciascuno ed i criteri di ‘fattibilità’ di una nuova carriera. Simona Rigoni, responsabile Risorse Umane e Formazione di Oxfam Italia ha posto l’accento sulle competenze ‘trasversali’, oltre che quelle ‘tecniche’ . Massimo Pesci, Responsabile Marketing e Fundraising di Agire, ed Isabel White da Londra, sulle professionalità necessarie per fare efficacemente  ‘fundraising’ per le organizzazioni. Alessio di Carlo, di CooperAction,  tra i tanti ‘ ingegneri nella cooperazione’ ha raccontato il suo percorso di avviamento professionale ed ‘imprenditoriale’ in Afganistan con il progetto ‘Calpesta la guerra’ a partire dai  tappeti prodotti dalle donne afgane.

Pierluigi Rizzini, di Socialidarity,  il principale esperto di ‘cambio vita’ in Italia, ha dato consigli su ‘come’ farlo:  sviluppare competenze, network, trovare in sé  un obiettivo significativo, ‘sensibile’. Ventenni,  quarantenni e cinquantenni si sono succeduti a raccontare le loro storie di successo e di ricerca, per incoraggiare discretamente  i partecipanti a ‘muoversi’. Cosa avevano in comune, oltre e sopra tutte le cose dette anche nei miei ultimi  post, oltre competenza e passione? Il coraggio. O meglio, il coraggio di avere un sogno. Per sognare oggi, soprattutto in Italia, ci vuole molto coraggio. Per non cedere al disfattismo, al cinismo, per buttare occhi e cuore  sulle cose che vanno e che hanno un valore oggi, per lanciarli in avanti dove c’è il futuro dei nostri figli. Per  superare il proprio passato, per costruire, con ‘slancio lucido’ il nostro futuro. Abbiamo alternative al sogno? Abbiamo alternative al coraggio?

Comunque vada,  e andrà bene, non potreste mai rimproverarvi di non averne avuto, di non averci provato. Come disse MandelaUn Vincitore è un sognatore che non si è arreso’.  Di Mandela ce n’è uno, ma  tutti possiamo fare la differenza e guardarci la sera allo specchio soddisfatti, o meglio, specchiarci negli occhi di quelli che abbiamo aiutato o a cui abbiamo cambiato la vita.  Colgo l’occasione  anche per un saluto anche a chi non c’era, e per incontrarci di nuovo di persona o in eventi di confronto.

Prenotarsi a comunicazione@asvi.it  con oggetto ‘Lavorare nel non profit-post Il Fatto 4’ ed in copia a m.crescenzi@asvi.itPs. Vi invito anche a visitare blog4change sui temi della cooperazione internazionale. 

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