“Le parole sono importanti”, urlava Nanni Moretti nel film Palombella Rossa alla giornalista che, senza successo, provava a intervistarlo. E hanno probabilmente sorriso gli iscritti all’ultima sessione dell’esame di Stato (costo 400 euro) per diventare giornalisti professionisti, trovando nelle tracce d’esame alcuni errori. Ne dà conto il sito de l’Espresso, che pubblica sia i documenti originali consegnati ai candidati, sia la versione degli stessi per come appare sul sito dell’ordine da un paio di giorni, ovvero con le correzioni (a penna) degli errori. In tal senso, chi tra i 16 argomenti proposti ha scelto di occuparsi di cronaca, ha letto questo: “Il pubblico ministero deciderà se convalidare o meno il fermo” di alcuni sospetti. Un po’ come se nel caso Parmalat, la procura di Parma (l’accusatrice) dopo aver disposto l’arresto di Callisto Tanzi, avesse potuto anche convalidare il fermo: compito che spetta al giudice delle indagini preliminari. Seguono altre inesattezze come il cognome del pm (che passa da Galese a Galesi) e una citazione del regista Carlo Lizzani, in cui “stacco la chiave” diventa “stacco la spina”.

Sfumature che non interessano alla gente, penserà qualcuno. Un po’ di più ai giornalisti che sostengono l’esame, e alle loro famiglie: per errori di questo genere, fatti però da un candidato, la bocciatura è assicurata. Al pari del conseguente nuovo esborso di 400 euro. Nella 115esima sessione d’esame, il 44% degli iscritti è stato bocciato, un dato superiore rispetto alla media. “Nessuno è stato penalizzato dall’aver riportato quell’errore (sul pm, ndr) – assicura il presidente dell’Odg Enzo Iacopino – Abbiamo avvisato gli iscritti per due volte in aula. Ci sono state bocciature per aver scritto ‘nazzisti’, ‘il cimitero ha detto’ o ‘il fermo di arresto’”, solo per citare alcuni esempi. “Sbagliano anche nelle tracce di maturità”, afferma il segretario dell’ordine dei giornalisti Paolo Pirovano al fattoquotidiano.it, e precisa: “Comunque questa commissione non l’ho scelta io, non ero ancora stato eletto”.

E’ proprio la commissione ad avere elaborato le tracce d’esame. In particolare due magistrati (scelti dalla corte d’appello di Roma) e cinque giornalisti professionisti. Scelti da chi? In base alle “segnalazioni” degli ordini regionali e dei consiglieri nazionali. La stessa (disattenta) commissione si occuperà anche degli esami orali: quelli che non sosterrà Giulia Innocenzi, la giornalista di Servizio Pubblico su cui tanto si è concentrata l’attenzione di Libero e de Il Giornale. Una copertura mediatica dell’accaduto mai vista nel caso di bocciature di giornalisti vicini al centro-destra. Intanto sono state aperte le iscrizioni per la nuova sessione d’esame, come sempre all’hotel Ergife di Roma, 4 stelle. “Tutte le quote di iscrizione all’esame servono per sostenere i costi della commissione e della sala dell’Ergife. A volte l’Ordine deve anche integrare le quote con fondi propri” spiega il presidente Iacopino al fattoquotidiano.it. E aggiunge: “Un commissario che viene da Milano, ha l’arrogante pretesa di cenare oltre che di lavorare”.

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