La Nsa ha raccolto informazioni sui leader mondiali su richiesta dei responsabili politici. Lo ha detto il capo della agenzia di intelligence americana, Keith Alexander, respingendo le accuse di portare avanti programmi al di fuori del controllo dell’amministrazione, e puntando il dito in particolare sul personale diplomatico. ”Non sono le agenzie di intelligence ad avanzare le richieste – ha sottolineato il generale Alexander intervenendo al Baltimore Council on Foreign Relations – ma i responsabili della politica, tra cui gli ambasciatori”.

Si tratta di parole che il capo della Nsa ha pronunciato proprio mentre il segretario di Stato, John Kerry, intervenendo in videoconferenza da Londra, parlava di una intelligence ‘col pilota automatico’, andata oltre nei suoi compiti. “La Nsa – ha insistito Alexander – ha raccolto le informazioni quando gli è stato chiesto da funzionari politici di scoprire le intenzioni delle leadership dei Paesi stranieri. E se tu vuoi conoscere queste intenzioni, questo è quello che devi fare”.

Alexander ha anche aggiunto che smettere con i nostri programmi di intelligence comporterebbe il rischio di creare un vuoto, che potrebbe provocare un altro 11 settembre. “Non mi sono sposato con questi programmi – ha spiegato – e se potessimo avere un modo migliore per portarli avanti lo faremmo”.

Le parole di Alexander arrivano dopo le ammissioni di Kerry: ”In certi casi gli Stati Uniti nella loro attività di intelligence sono andati troppo lontano. E dobbiamo assicurarci che questo non accada più in futuro”. Il capo della diplomazia Usa ha quindi ribadito come l’obiettivo dell’attività della Nsa sia esclusivamente quello di contrastare il terrorismo e proteggere gli interessi degli Stati Uniti e dei suoi alleati.

 

 

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