Il laboratorio Grecia continua a dare utili indicazioni ai signori del debito. Un paese strizzato come un limone ogni tanto non può non far bruciare gli occhi: soprattutto quelli dei manifestanti amorevolmente raggiunti dai lacrimogeni della polizia. Rischi che si possono accettare – insieme alla nascita di un partito di ispirazione nazista come Alba Dorata – in vista di un completo processo di subordinazione del suo popolo ai dettami della Troika.

Non possiamo escludere in alcun modo che questa antica terra di contrasti e di civiltà si riproponga, come fu tremila anni fa, in qualità di apripista per il mondo occidentale. Allora come ora, naturalmente, il sangue a fiumi. Molti sono gli articoli dedicati al caso Grecia nei numeri di Alfabeta2, dello scorso anno e di questo. Il taglio della rivista, di intervento culturale, consiglia alle anime sensibili, votate alle analisi mainstream politically correct, di evitare frettolose arrabbiature: si tratta di uno strumento di analisi critica di certissima collocazione ideologica. E non certo quella della sinistra liberal.

Il bellissimo (ed emblematico) Z – l’orgia del potere, di Costa-Gravas, uscì nel ’69, appena due anni dopo il golpe dei colonnelli. Il film ebbe grande risalto, non soltanto per la forte passione civile che lo nutriva ma anche per la straordinaria resa cinematografica, in bilico com’è fra surreale ironia e tragica denuncia. Nel cast Jean Luis Trintignant e Irene Papas. Un volo di 50 anni ci proietta nelle calde e sensuali atmosfere dellAthens Concert, fissato su un doppio cd dell’Ecm uscito nel 2011. Il concerto, tenuto all’Herod Atticus Odeon di Atene, è il magico risultato dell’incontro fra il quartetto di Charles Lloyd, musicista creolo americano da sempre ispirato dalle contaminazioni, e la grande cantante  greca Maria Farantouri.

Il canto struggente, epico,  conduce l’anima popolare e insieme colta di quel paese a un abbraccio sognante con l’intensità del linguaggio jazzistico. Fra gli autori visitati non poteva mancare Theodorakis e la grande Eleni Karaindrou, ma c’è spazio anche per una rilettura di alcune composizioni di Lloyd: Dream Weaver e Blow wind. La vetta più alta è però quella raggiunta con le tre cadenze della Greek Suite, aperta da un inno bizantino fra le cui spire il sax di Lloyd vola  alto. Preparatevi a emozioni forti.

di Sandro Vero

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