Nulla in politica si muove per caso. Tutto ha quasi sempre un secondo fine mascherato. Mai come in questo periodo tutti i massimi rappresentanti istituzionali sono legati dallo stesso filo conduttore. E questo filo che li unisce non è certo il bene del Paese, ma il loro. I problemi sono lì che aspettano che qualcuno li affronti e li risolva, ma se non interessano a loro direttamente difficile che vengano definiti. Viviamo in un conflitto d’interessi costante e in una commistione di affari tale che oramai è difficile trovare distinzione tra interesse pubblico e interesse privato.

E i conflitti d’interesse non sono solo economici ma anche e soprattutto penali. E quando sei in Parlamento, nel Governo o ai vertici delle Istituzioni civili e/o militari difficile che sei hai un problema privato da accomodare, questo non diventi pubblico improvvisamente. In Italia manca una chiara previsione su i tanti conflitti d’interesse esistenti e su tutte le varie tipologie. L’unica legge esistente è la cosiddetta legge Frattini, (legge, n. 215/2004) che si occupa in maniera insignificante di punire le commistioni economiche ma non le previene. Nulla per quanto riguardo tutto il resto.

E se ci pensate tutto ruota intorno alla libertà dei massimi rappresentanti politici ed istituzionali di poter agire direttamente su proprie situazioni personali. Emblematici i casi di ministri che si vanno ad occupare sempre di materie che li vedono coinvolti in affari privati collegati. Sembra sempre che vengano messi a dirigere i dicasteri non per competenze specifiche ma solo per interessi privati. Fra tanti esempi, uno degli ultimi in ordine temporale è quello della ministra Pdl delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo. Il padre, Nicola De Girolamo, 62 anni, è direttore del Consorzio Agrario di Benevento. Guarda il destino, il Consorzio Agrario beneventano è in liquidazione coatta amministrativa dal 1964 e di conseguenza è sotto la sorveglianza dei ministeri dello Sviluppo e delle Politiche Agricole. Doveva essere liquidato entro il 2007, ma una proposta di concordato preventivo ne ha prolungato la procedura, come espressamente previsto dalla legge. Dunque, il ministro De Girolamo vigilerà sulla liquidazione di un Consorzio diretto dal padre.

Di questi casi se ne possono fare a migliaia. Immaginatevi, quindi, quanto possa essere imparziale e trasparente la vita amministrativa del nostro Paese. E fatelo, ricordandovi di estendere questi conflitti a tutti i settori della pubblica amministrazione. Figuriamoci poi quando hai commesso reati non ancora puniti o accertati ed hai la possibilità di intervenire in Parlamento per eliminare ogni possibilità concreta che si arrivi ad una condanna nei tuoi confronti. Questo è uno dei conflitti d’interesse più preoccupante e micidiale per la tenuta di uno Stato di diritto.

E quando, poi, esiste un governo di larghe intese tutto è ancora più semplice e invisibile agli occhi di semplici cittadini. E se aggiungete un Presidente della Repubblica garante di queste intese il gioco è fatto. Figuriamoci, poi, quando il Presidente Napolitano, ordina al suo Governo di fare un’amnistia e un indulto. Secondo voi, una classe dirigente con a carico numerose indagini e processi, ci pensa due volte a dare seguito all’ordine piovuto dal cielo di autoassolversi? Quanto può essere credibile un’intera classe dirigente che può evitare processi e condanne? O che può influire e manipolare ogni cosa liberamente dal di dentro?

La democrazia si fondava su saldi principi di pesi e contrappesi. Tutto per una sorta di controllo reciproco tra poteri e istituzioni. Ma nell’era moderna nulla è stato fatto per modernizzare la democrazia e renderla vera e sicura. È stato fatto tutto il contrario. Siamo arrivati al punto che l’interesse pubblico è diventato quello privato che persegue il politicante di turno. La credibilità è finita da tempo e gli interessi privati hanno mangiato quelli pubblici e soprattutto i nostri soldi e le nostre risorse.

Sembra di assistere ad un film horror. Sai già che da un momento all’altro arriverà  l’ennesima scena che ti farà sobbalzare dalla sedia. Ma non puoi fare nulla per evitarla. Sei rassegnato a vederla e puoi solo prepararti. L’Italia ora è questa.

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