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L’importanza delle ali nel (bel) calcio

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Nel campionato già spaccato in due, con il trittico Roma-Juventus-Napoli che corre ben staccato dalle altre, è riapparso un po’ di bel calcio. Ed è una bella notizia, dopo anni senza troppa qualità. Giocano bene (talvolta molto bene) Roma, Napoli e Inter, assieme alla Juventus meno padrona dei due anni passati ma sempre vincente. Non è male il Verona di Mandorlini, per ora la sorpresa del torneo. Se recupera infortunati, tornerà a giocare bene la Fiorentina di Montella, che qualche sprazzo comunque lo concede sempre.

E’ tornata l’organizzazione, nel pallone tricolore, anche se gli automatismi di certi club stranieri sono ancora un miraggio, come prova l’ultimo turno di Champions. Soprattutto, sono tornate le ali, o esterni d’attacco (non sempre la stessa cosa, ma comunque parenti stretti). Ha un esterno che pare dinamite la Roma, ovvero quel Gervinho in cui in estate non credeva quasi nessuno (compreso chi scrive), e che ora fa regolarmente la differenza segnando o facendo segnare. Funziona, eccome, pure Florenzi, spostato più avanti. Ha due ali di gran pregio il Napoli, con Callejon che segna come un centravanti e Mertens che inventa giocate di fino. Ha scoperto un ottimo esterno pure l’Inter, con Jonathan trasformato dalla cura Mazzarri. E ha già la fisionomia del gioiellino Iturbe del Verona, 20enne ala che può giocare anche da trequartista.

Per inverso, non ha qualità e fantasia sulle corsie il Milan che crolla (e che ha tanti altri problemi, in primis la difesa). Mentre la Fiorentina sta scontando la lenta ripresa di Cuadrado, fenomenale l’anno scorso, e la Lazio deve augurarsi di ritrovare il miglior Lulic (ma per fortuna ha un ottimo Candreva, guarda tu ala). A margine, colpisce il continuo lamento di Conte, che rimpiange l’assenza di uno o due esterni di prima qualità (l’eterna panchina per l’ariete Llorente, bisognoso di cross, ne è la conseguenza). Perché anche i bianconeri che continuano a vincere, seppure po’ troppo distratti, avrebbero bisogno di ali. Di quelle brave, nel saltare l’uomo, nell’inventare assist, nel gonfiare le reti. Insomma, di giocatori che ci fanno divertire. E meno male.

 

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