Vivace dibattito durante il talk show di approfondimento “La Gabbia”, su La7. La discussione inizia con un primo vis-à-vis tra Andrea Scanzi e Corradino Mineo. Poi i livelli di confronto diventano più accesi quando a confrontarsi sono Antonio Di Pietro e lo stesso Mineo. A cominciare la disamina della febbrile giornata di ieri è il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, che definisce Enrico Letta “un nuovo Forlani, una versione aggiornata del coniglio mannaro”. E sui dissidenti del Pdl sottolinea: “Se uno dei talenti di questo nuovo centrodestra è Giovanardi, siamo messi parecchio male. Il vero vincitore di ieri, però, è stato Fabrizio Cicchitto, il reale stratega del Pdl. Nello scontro con Sallusti a “Ballarò” ha detto più cose di sinistra di quante non ne abbia dette Massimo D’Alema in tutta la sua vita“. Scanzi lancia un monito contro il Pd, citando le frasi esultanti di alcuni esponenti secondo i quali Berlusconi sarebbe finito. Corradino Mineo non concorda e ribadisce che Berlusconi è uscito di scena. “Sei troppo ottimista” – ribatte Scanzi, che ricorda la vicenda dei traditori del Pd nella votazione per Prodi – “Ma quand’è che vi arrabbiate, voi eterni dissidenti? Sembrate giocare la parte dei dissidenti ben pettinati, carini, garbati, che abbaiano e abbaiano, ma quando si deve mordere, non mordono mai“. E rincara: “Mi sembrate quelli della canzone di Fabrizio De Andrè “Don Raffaè”: ‘si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità’“. Mineo sorride, incassa e precisa: “L’uscita di scena di Berlusconi è un fatto positivo per il Paese, ma non significa che io sia contento di questo modo trasformista di uscire di scena”. E contesta l’intervento di Enrico Letta per la superficialità con la quale ha trattato il tema dello stato di diritto: “Se avessi scritto il discorso del premier, Berlusconi non avrebbe potuto fare questa sceneggiata che ha trasformato la seduta in farsa“. I toni si arroventano quando il faccia a faccia si sposta tra Mineo e Di Pietro, che invita il parlamentare del Pd a chiedere una mozione con la quale il voto sulla decadenza sul Cavaliere diventi palese. “Ognuno di noi ha la sua cultura” – replica Mineo -“Io non sono per cambiare le regole in corsa, se cambiassimo queste regole per Berlusconi ci metteremmo dalla parte del torto.”. E accusa Di Pietro di aver contribuito a rendere l’attuale sinistra troppo subalterna al fenomeno Berlusconi, muovendo anche una critica al M5S: “Non ha una priorità, non riesce a dire due cose che vengano prima. Avete sentito oggi i loro interventi al Senato? Erano un elenco di cose del tipo ‘come siamo bravi noi, come sono cattivi gli altri’“. “Non è vero” – insorge Di Pietro – “Il M5S ha fatto una mozione per cambiare la legge elettorale e voi avete votato contro

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