“As-salām ‘alaykum”. Tra qualche mese si saluteranno anche in arabo i bambini della scuola primaria Coletti di Treviso. Da ottobre oltre all’inglese i bambini iscritti alle classi terze, quarte e quinte potranno imparare anche la lingua dei compagni marocchini o egiziani. Una vera e propria novità nel panorama scolastico italiano che segna un decisivo passo verso l’innovazione culturale e dell’apprendimento delle lingue nell’ex patria del sindaco sceriffo Giancarlo Gentilini che nel 1997 passò alle cronache nazionali per la sua lotta contro gli immigrati.

Sedici anni più tardi in una delle scuole elementari della città è stato inserita tra le attività didattiche dell’istituto comprensivo un corso di lingua e cultura araba. Quattro ore alla settimana con tanto di corso serale anche per mamme, papà e maestri che vogliono essere al passo con le lingue imparate dai figli. Il tutto è stato reso possibile grazie al finanziamento sostenuto dal governo del Marocco e all’associazione InterMed Cultura. Sul sito della scuola l’iniziativa è messa in rilievo con tanto di slogan: “Apriti al mondo”. La scorsa settimana è stata presentata e da metà ottobre si partirà con le lezioni.

Un modo per conoscere meglio la cultura di Fatima e Yasser che ormai nelle scuole italiane non sono più una rarità: secondo i dati del Miur e della Fondazione Ismu nell’anno scolastico 2011/2012 le scuole che avevano più del 50% di alunni immigrati erano 415. E proprio il Veneto (89.036) detiene il secondo posto in classifica dopo la Lombardia (184.592) di alunni con cittadinanza non italiana. Se poi guardiamo la top ten della nazionalità dei nostri alunni non italiani scopriamo che dopo rumeni (141.050) e albanesi (102.719) abbiamo marocchini (95.912) e cinesi (34.080).

Insegnare la lingua araba a scuola non è solo una questione di integrazione reale ma anche un segno della profezia del dirigente e degli insegnanti della scuola primaria Coletti. In Italia fino agli anni ottanta l’inglese non era obbligatorio alla scuola primaria: abbiamo così generazioni che ancora oggi non sanno la lingua più conosciuta al mondo. Nei prossimi anni con la globalizzazione dei mercati e non solo, nuove lingue saranno necessarie per essere competitivi: l’arabo e il cinese saranno tra queste. Non è forse un caso se in Francia il cinese è la quinta lingua tra le più studiate: circa 26.000 francesi hanno deciso d’intraprenderne l’apprendimento. In questo momento conosce uno sviluppo folgorante nella scuola primaria e in quella secondaria: 432 collège e lycée propongono l’insegnamento del cinese, senza tenere conto dei 150 istituti d’istruzione superiore.

Non possiamo certo perdere anche questa sfida: la scuola italiana deve aprirsi al mondo proprio come sta accadendo a Treviso. Tra qualche anno i bambini della Coletti avranno sicuramente qualche chance in più.

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