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Governo Letta: ‘The broad agreements’, ecco la soap opera di Berlusconi

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Panoramica sui volti attoniti e contriti dei partecipanti all’assemblea; stacco, primo piano fisso sullo sguardo incerto di Mister B; qualche secondo e poi, “tarattattaratattata”, puntuale ecco la sigla. Fine della millecinquecentosessantaseiesima puntata. “Broad agreements”(Larghe Intese) è la soap opera che ha sostituito Beautiful nel cuore degli italiani: saga di politica e palazzo, tra matrimoni e divorzi, voltafaccia e congiure, defezioni e colpi di scena racchiude in sé  tutti gli ingredienti principali per creare dipendenza nel pubblico.

The Knight (Il Cavaliere), o meglio The Dark Knight (Il Cavaliere Oscuro), anche detto Mister B, è il perno attorno a cui gli sceneggiatori costruiscono la trama. Mister B è più o meno il corrispettivo di Eric Forrester inBeautifulindiscusso capofamiglia, nelle aziende e sui trascorsi del quale si sviluppa l’intero plot, è ufficialmente solo una delle anime delle Broad Agreements, ma ufficiosamente ne è il vero padrone morale. Personaggio ambizioso, mefistofelico, controverso, cattura la gran parte dell’attenzione degli sceneggiatori, che finiscono col farne l’unico carattere realmente tridimensionale, a discapito di comprimari appiattiti su una genericità grossolana, poco sfumata e non molto avvincente. 

Ad aprire le file dei personaggi in 2d, l’altro polo delle Broad Agreements, Mister Eric Red ( participio passato di leggere), leader dei perdenti per antonomasia (‘Dove c’è gusto non c’è perdenza’ dice un detto popolare, quindi dove non c’è traccia di gusto c’è certezza di perdenza) che in linea del tutto teorica dovrebbe essere il cocchiere della carrozza. Personalità anemica, Eric subisce tutto ciò che gli sta intorno e prende ordini da chiunque glieli dia; è continuamente vessato da figure paterne che lo manovrano, svolgendo su di lui un’operazione antimaieutica a qualsiasi espressione di volontà propria.

Il deus ex machina della soap è la figura paterna per eccellenza, in termini quasi biblici, per Eric e per tutto il cast delle Broad: The Man of the Hill (L’uomo del Colle). Dall’alto, armato di vetusta saggezza, inietta ogni giorno piccole dosi di antidoto che salvano le Broad Agreements dal disfacimento a cui sarebbero quotidianamente destinate. Ad aggiungere un po’ di pepe, interviene un altro personaggio che fa da contrappasso ad Eric nella squadra dei perdenti, speziando un po’ l’insipido polpettone, Mister Matt ( che ahinoi non è né Damon né Dillon ), ma i tratti caratteriali del personaggio sono in via di definizione e gli sceneggiatori ci stanno ancora lavorando.

Attorno ai fantastici quattro un esercito di co-protagonisti, antagonisti, secondi e terzi ruoli, comparse e figuranti che ogni giorno recitano, in pieno stile soap, le loro battute, accalorandosi su posizioni che smentiranno il giorno dopo, pronti poi a riconfermarle, con altrettanto vigore, il giorno dopo ancora. L’importante è che gli ascolti siano alti e che la soap continui.

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