In occasioni del genere, scadere nella retorica e nell’agiografia è molto facile ma se diciamo che la morte di James Dewitt Yancey aka Jay Dee aka J Dilla, uno dei più grandi produttori emersi negli ultimi vent’anni, ha profondamente e sinceramente addolorato tutto il mondo della musica, non soltanto dell’hip hop, crediamo di affermare qualcosa che corrisponde al vero. Per la grandezza di un beatmaker unico ed originale che ha lavorato con una teoria infinita di mostri sacri ed astri dell’underground, certo, ma anche per le doti umane narrate da chi lo conosceva a fondo e, non ultimo, perché il dramma si è consumato prematuramente e tragicamente, a soli 32 anni, a causa di una rara malattia del sangue e del sistema immunitario. Lui, tenacemente, ha continuato a salire sul palco anche quando le gambe non gli reggevano più e a sfornare dolci, preziosissime, inestimabili Donuts persino sul letto d’ospedale perché sin da bambino la musica era stata a tutti gli effetti la sua vita. Da quel tristissimo 10 febbraio del 2006 Jay Dee non è mai stato dimenticato bensì costantemente ricordato da chi è salito su un palco ed ha impugnato un microfono. Sulla sua figura sono stati realizzati diversi documentari a dir poco commoventi come ad esempio Still Shining in cui amici e collaboratori del calibro di Pete Rock, Erykah Badu, Common, Questlove, Q-Tip rievocano l’uomo e l’artista in una rassegna di ricordi appassionati.

In occasione di Welcome to Dillaville, unica data italiana al TPO – via Casarini 17/5, Bologna, 21 settembre 2013, ingresso 15€ – del tour mondiale che vedrà protagonisti suo fratello Illa J ed alcuni dei più stretti sodali artistici del genio di Detroit, verrà proiettata anche questa testimonianza. Ciò che è più importante è che vi sarà anche un banchetto di raccolti fondi della J Dilla Foundation e soprattutto che si esibiranno tanti artisti di grande spessore che hanno collaborato con Jay Dee sin dalla metà dei Novanta e fino al suo ultimo respiro. Al TPO vi saranno infatti gli Slum Village formati all’epoca nella sua città natale insieme a Baatin (anche lui deceduto nel 2009) e a T3, autori dei classici Fantastic Vol. 1 e 2: dopo vari cambi di line-up – e dopo il contributo dato da un rapper come Elzhi – hanno recentemente dato alle stampe un nuovo album degno d’attenzione, intitolato Evolution, cui hanno contribuito tra gli altri Havoc, Big Pooh dei Little Brother, DJ Jazzy Jeff e Blu.

Insieme al DJ Cee Brown a Bologna ci sarà Slimkid3, membro di un’altra formazione storica quali sono i Pharcyde di Bizarre Ride II the Pharcyde del 1992 e del seguente Labcabincalifornia del 1995, prodotto in buona parte proprio da Jay Dee, incluse le classiche hit Runnin e Drop. Un rapper invece ben rappresentativo degli ultimi anni di produzione di J Dilla – gli anni alla Stones Throw di Peanut Butter Wolf, per intenderci, insieme a Madlib, con il progetto Jaylib – è certamente quel Guilty Simpson che ha debuttato sulla lunga distanza nel 2008 con Ode to the Ghetto, un bel lavoro in cui spiccava proprio il pezzo prodotto da Yancey, I Must Love You. Di recente Byron Simpson si è calato sempre più nei panni dell’ O.J. Simpson colpevole, come testimoniato dai suoi ultimi dischi, ed anche lui calcherà il palco del locale bolognese. Sempre in casa Stones Throw restiamo con Illa J, il fratello minore di Dilla, che ha debuttato sulla label losangelena cinque anni or sono con il discreto Yancey Boys, chiaro omaggio alla stirpe d’appartenenza. Infine Frank n Dank ovvero Frank Nitt e Dankery Harv, anch’essi da Detroit ed anch’essi baciati dal tocco di Re Mida ai tempi dell’esordio 48hrs, da lui interamente prodotto.

Che dire? Ripercorrere la parabola di J Dilla è un po’ come dipingere un immenso affresco della storia dell’hip hop del periodo post golden age… Quel che è certo è che se dovessimo citare tutti gli eccellenti artisti con cui egli ha lavorato – A Tribe Called Quest, Q-Tip, Busta Rhymes, The Roots, Erykah Badu, Guru, Common, Talib Kweli, Oh No, Phat Kat, Ghostface Killah, MF Doom, D’Angelo, Pete Rock, Sa-Ra, Dabrye e mille altri ancora – nessun palco li potrebbe mai contenere. Di Jay Dee, pace all’anima sua, ce n’è stato uno solo.

Apertura e chiusura affidate a DJ Reda e DJ Mancino. Hosted by Brain (FNO).

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