Potrebbe essere diffuso già martedì, alla vigilia del voto sulla decadenza in giunta per le elezioni sulla relazione del senatore Pdl Andrea Augello, il videomessaggio con il quale Silvio Berlusconi annuncerà la rifondazione di Forza Italia e anche frasi di attacco alla magistratura, ma con cui nello stesso tempo dovrebbe riconfermare il sostegno al governo Letta. Il messaggio del Cavaliere, che inizialmente pareva atteso per mercoledì. Mentre  i pronostici sull’apparizione del Cavaliere vengono lanciati e smentiti a intervalli regolari, il Giornale ha dato per imminente (entro 48 ore) l’uscita televisiva che chiarirà il futuro del leader del Popolo della libertà. I dubbi restano e le congetture sulle scelte politiche rendono difficile ogni certezza. Il video, raccontano i testimoni, è stato montato e rimontato con un collaboratore d’eccezione: Giuliano Ferrara. All’interno nessuna traccia di crisi di governo, ma al contrario rivendicazione dei successi su Imu e fisco, dice il Corriere della Sera, e accuse alla magistratura politicizzata.

Ad agitare le acque nel frattempo arriva Matteo Renzi con l’annuncio dal palco della Festa del Pd: “Se andiamo alle elezioni asfaltiamo il Pdl, per quello al centrodestra conviene stare dove sta”. Una provocazione che non è piaciuta ai colleghi delle larghe intese che attendono le indicazioni del Cavaliere. Lo scontro resta sui tempi del voto della Giunta per le elezioni al Senato (previsto per mercoledì 18 settembre) e dovrà decidere sulla decadenza del leader Pdl. L’eventualità che preoccupa di più è quella di arrivare al voto segreto in Senato. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto la modifica del regolamento “perché ogni elettore sappia cosa voterà il proprio candidato“. Nel mirino i franchi tiratori: “Siamo alla resa dei conti”, scrive Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera M5S  “io credo che dovremmo lasciare l’Aula in quel caso e lasciarli scannare”. 

Il ritorno a Roma di Berlusconi segnerà la fine di una quarantena a Villa San Martino che si è imposto da quasi un mese, con la sola eccezione dell’uscita per firmare i referendum sulla giustizia dei Radicali. A Palazzo Grazioli arriverà nelle prossime ore e finalmente darà qualche indicazione sulle sue scelte future. Le contromosse sembrano quindi già scritte, come specifica il Giornale, e il Cavaliere aspetterà solo il voto della Giunta del Senato prima di rivelare ogni piano. Il 15 ottobre scade il termine per la presentazione della domanda di affidamento ai servizi sociali e in assenza di questa saranno formalizzati gli arresti domiciliari. Berlusconi continuerebbe a propendere per i lavori socialmente utili, perché potrebbero dargli più libertà. 

Tra le poche certezze, il fatto che, come assicurano dal Pdl, non ci saranno ritiri o ripensamenti da parte di Silvio Berlusconi. “Un passo indietro”, ha commentato Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati in un’intervista al Quotidiano Nazionale, “l’ha già fatto nel 2011 e non ripeterà quell’errore. Perciò rilancerà Forza Italia sapendo che già oggi un italiano su tre è pronto a votarci. Nei prossimi giorni ci saranno importanti sorprese legate al protagonismo politico di Berlusconi. Chi lo pensa distaccato e disamorato dovrà ricredersi: assisterete ad una straordinaria ridiscesa in campo“. Il voto di mercoledì in Giunta per le elezioni? “Gli italiani capiranno chi è che vuole lo sfascio del Paese. Si farà chiarezza e la chiarezza farà bene alla democrazia”, ha concluso Brunetta.

A scaldare gli animi nei corridoi di Camera e Senato, è stata però l’affermazione di Matteo Renzi alla Festa Pd di Milano: “‘Se andiamo alle elezioni, li asfalteremo”, e per questo motivo, ha detto il candidato alla segreteria democratica, “Berlusconi non farà cadere il governo perché al centrodestra conviene restare dove sta e ha paura delle elezioni. Al massimo chiederà ai suoi ministri di dimettersi per poi riconfermarli”. Ha lanciato il guanto di sfida il sindaco di Firenze e subito sono arrivate le reazioni del Pdl. Renato Brunetta lo accusa di voler fare “l’asfaltatore che asfalterà se stesso e Enrico Letta”. Poi Renato Schifani, capogruppo al Senato del Popolo della libertà: “Avevamo ragione”, commenta, “al di là delle dichiarazioni di facciata del suo segretario Epifani, le parole di Renzi confermano che il Pd vuole il voto più di ogni altra cosa. Questo spiega i ritmi impressi alla Giunta fuori da ogni prassi consolidata e la presa di posizione del Pd sulle modifiche alle regole del voto segreto. Tanto accanimento politico ha un solo obiettivo: andare alle urne il prima possibile”. La parola agli italiani, dice la deputata Daniela Santanchè: “Finalmente Renzi è venuto allo scoperto. Vuole le elezioni subito e promette di asfaltare il Pdl. Vediamo cosa ne pensano gli elettori. Berlusconi ha dalla sua parte la forza della verità”. Chiude il cerchio l’onorevole del Pdl Fabrizio Cicchitto: “Le cose si stanno chiarendo sempre di più. E’ dall’interno del Pd che viene la forte spinta per la crisi di governo malgrado i tanti richiami alla stabilità. Si mettono insieme l’attacco giudiziario a Berlusconi con il rilievo da parte di Renzi sul fatto che oggi c’è per il Pd una occasione elettorale significativa”.

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