Era la grande occasione per Peer Steinbrück di recuperare terreno. Non l’ha sfruttata, almeno non fino in fondo. Il duello televisivo di domenica sera fra il candidato dei socialdemocatici dell’Spd e l’attuale cancelliera Angela Merkel non ha visto un vero vincitore. Secondo i sondaggi del canale televisivo Ard Steinbrück avrebbe convinto di più, secondo quelli del network Zdf ad avere più presa sul pubblico a casa sarebbe stata invece la Merkel. “Zero a zero” invece ha intitolato il settimanale der Spiegel nell’editoriale di Roland Nelles, chiudendo di fatto il cerchio di un confronto che non sembra avrà la forza di cambiare un quadro generale della situazione ormai abbastanza definito.

A tre settimane dalle elezioni (22 settembre) i sondaggi vedavano il partito della cancelliera intorno al 41% con i suoi attuali alleati di governo, i liberali dell’Fdp, al 6 per cento. Abbastanza da fare immaginare una riedizione dell’attuale maggioranza, soprattutto visti i problemi dell’Spd, ferma al 25% (vicino al suo record negativo del 2009) e incapace di creare un unico asse d’opposizione che, oltre ai Verdi (13%), coinvolga anche quelli che ormai sembrano essere i loro maggiori nemici a sinistra, Die Linke (8%).

Nonostante durante il duello televisivo Steinbrück abbia più volte fatto intendere che non dà per già perse le elezioni, il suo obiettivo principale ormai sembra soprattutto quello di non perdere troppo terreno.  “La Merkel è ricorsa come al solito ai dati dell’Ufficio federale di statistica e citato il solito calendario di slogan: come Tutti devono essere in grado di invecchiare con dignità oppure Ognuno riceve l’assistenza sanitaria di cui ha bisogno”, scrive Nelles criticando l’assenza di qualsiasi ambiziosa visione del futuro. “Peer Steinbrück voleva attaccare, ma ogni suo tentativo rimbalzava sulla Merke. I suoi appunti sono stati troppo timidi, imcomprensibili e tecnocratici. Le sue promesse di istituire salari minimi e una maggiore giustizia generale si è rivelata una melodia eufonica a cui mancavano empatia e passione”.

La die Zeit dà merito a Steinbrück di essere stato più persuasivo della Merkel, anche se si tratta di “una vittoria senza valore”. “Il leader dell’Spd si è comportato bene, ma non abbastanza per vincere le elezioni”. A livello tematico le maggiori differenze tra i due leader sono state riscontrate sulla politica europea, la Merkel ha risposto evasivamente all’eventualità di quel nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia preannuciato dal suo ministro delle finanze Wolfgang Schäuble. “E ci costerà qualcosa, ma questo non si dice in campagna elettorale, non è popolare”, ha sottolineato Steinbrück che, al contrario, all’inizio della campagna elettorale aveva sottolineato più volte (salvo poi non accennarne più una volta visti gli effetti sui sondaggi) le responsabilità della Germania sulla crisi europea. Per la Süddeutsche Zeitung, “il duello alla fine è stato più vivo di quello di quattro anni fra Angela Merkel e l’allora sfidante Frank-Walter Steinmeier, ma meno ricco di quei giochi d’astuzia che caratterizzarono i confronti con Gerhard Schröder”. Schröder, l’ultimo, forse non a caso, leader dell’Spd diventato cancelliere.

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