Prima quattro colpi nella notte, e poi il ritrovamento di altrettanti bossoli di proiettile nei pressi della sua abitazione, a Monteombraro in provincia di Zocca, nel modenese. E’ Rolando Balugani, storico della Resistenza e direttore del giornale “Resistenza e antifascismo oggi”, la vittima “di un episodio sconcertante che sembra sfociare nell’intimidazione”. Un episodio sul quale ora indagano le forze dell’ordine e che risale alla notte tra il 30 e il 31 luglio scorso, quando Balugani si trovava nella sua abitazione di campagna, in via Ciano, a Monteombraro. Ed è stato proprio lui, la mattina del 31 luglio, a rinvenire a terra quattro bossoli di proiettile calibro 380, marca Fiocchi, appartenenti a una pistola, forse a salve, probabilmente esplosi e poi abbandonati, “perché – racconta l’ex commissario di polizia, oggi in pensione – la sera prima non c’erano”.

“Se devo essere sincero – racconta a ilfattoquotidiano.it – dei rumori quella notte li ho sentiti, ma stavo dormendo e non posso essere certo che fossero spari. La mia casa di campagna è sulla strada, per cui passano spesso auto e così, in dormiveglia, quei suoni avrebbero potuto essere causati anche da altro”.

Balugani ha sporto denuncia querela contro ignoti alla Procura della Repubblica di Modena, che cercherà ora di fare luce sui responsabili, e sulle ragioni alla base del gesto. “Sospetti precisi non ne ho – spiega Balugani – certo è che forse un personaggio un po’ scomodo lo sono”. Perché nel corso della sua carriera come commissario di polizia, lo storico diede la caccia alla “Primula nera”, Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale, il cui nome è comparso non solo in relazione alla strage della stazione di Bologna, ma anche alla trattativa Stato – mafia. Di lui, “l’uomo dai mille volti”, per esempio, parlò nel 2003 Totò Riina, “il capo dei capi”, e sempre a lui accennò anche Giovanni Brusca, ex uomo di Cosa Nostra e collaboratore di giustizia, che lo definì “il suggeritore” della strategia messa in atto da Cosa Nostra durante la campagna stragista del 1993 a Roma, Firenze e Milano, che aveva come obiettivi beni appartenenti al patrimonio nazionale.

Balugani, poi, è anche magistrato onorario della Procura di Modena, e nel corso della sua esperienza come storico della Resistenza, iniziata per fare luce sull’sugli autori dell’eccidio dei boschi di Ciano, durante il quale furono uccisi il padre e due zii, come racconta lui stesso “ho sempre preso posizioni nette”. Posizioni che gli sono valse querele, “a cui sono seguite cause in tribunale che ho sempre vinto”, e soprattutto minacce. “So, nel mio piccolo, di avere dato ‘fastidio’, ma la verità è che oggi viviamo in un mondo dove molti ignorano la storia, i fatti, e si lasciano convincere da chi cerca di strumentalizzarla per i propri scopi. Non bisogna dimenticare, però, che dalla Resistenza di ieri è nata la Costituzione di oggi, e quindi la libertà. E noi dobbiamo preservarla, anche da chi, per fini politici, cerca di calpestarla”.

Immediate le dichiarazioni di solidarietà rivolta allo storico dal mondo politico e antifascista. “Desta preoccupazione e sconcerto la notizia del ritrovamento di 4 bossoli e relativa denuncia da parte dello storico della Resistenza modenese Rolando Balugani – ha dichiarato il segretario del Pd di Zocca Manuele Covili, che a nome del partito ha immediatamente espresso vicinanza all’ex commissario, fratello del primo cittadino della città che ha dato i natali al cantautore Vasco Rossi. – Nell’attesa che le indagini facciano il loro corso per appurare la verità sulle motivazioni alla base di un tale gesto, il Partito democratico di Zocca esprime solidarietà e vicinanza a Balugani, ringraziandolo per il continuo e costante studio e lavoro sul periodo della Resistenza modenese”.

E di un “vile atto intimidatorio” si tratta anche per l’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia: “Il nostro è un Paese nel quale, purtroppo, le verità storiche sollecitano la reazione vile e sconsiderata di qualche vigliacco. Atti che avvelenano e impediscono un sano e pacato confronto sui fatti della storia”. “Sono certo che la giustizia farà il suo corso – ha aggiunto Balugani – certo non è piacevole, ma non ho paura e non mi faccio intimidire”.

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