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Svuota carceri, ‘no custodia cautelare per finanziamento illecito a partiti e stalking’

Grazie a un emendamento approvato dal Senato, il tetto di pena per la misura preventiva è stato innalzato a cinque anni, escludendo così diversi reati gravi, tra cui anche abuso d'ufficio, falsa testimonianza e favoreggiamento. Il Pd promette battaglia alla Camera per ripristinare il testo, ma il Pdl avvisa: "Non si torna indietro"
Senato - Pene alternative al carcere
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Niente più custodia cautelare né in carcere né agli arresti domiciliari per chi è accusato del reato di stalking. E neppure per i reati di finanziamento illecito ai partiti, falsa testimonianza e abuso d’ufficio. E’ questa la conseguenza delle modifiche al dl ‘svuota carceri’ varate dal Senato

In commissione Giustizia del Senato, infatti, circa dieci giorni fa è stato accolto da tutta la maggioranza con parere favorevole del governo l’emendamento presentato da Lucio Barani (Gal – Grandi autonomie e libertà) che spostava il tetto per il carcere preventivo a cinque anni. Grazie a questa modifica, confermata dall’Aula di Palazzo Madama, l’articolo 280 del codice di procedura penale cambierebbe così: “La custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per delitti, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni”. L’innalzamento della soglia per la custodia cautelare taglia fuori però tutta una serie di reati, anche importanti, che hanno una pena massima di 4 anni: si va dal finanziamento illecito ai partiti allo stalking (il reato che punisce chi commette ‘atti persecutori’) , dalla falsa testimonianza all’abuso d’ufficio, dal favoreggiamento alla contraffazione e all’introduzione nello Stato e vendita di marchi contraffatti.  

Adesso il testo dovrà passare dalla Camera, e in Commissione Giustizia si vorrebbe modificare il testo del decreto per tornare alla versione licenziata dal governo. “Il Senato ha svuotato di senso il decreto carceri, tradendo quelli che erano gli obiettivi originali del governo”, ha detto Danilo Leva, presidente Forum Giustizia del Partito Democratico. E infatti il Pd ha già depositato in commissione Giustizia alla Camera “emendamenti per riportare il provvedimento al testo originario”, ha fatto sapere il capogruppo in commissione, Walter Verini. L’intenzione è riportare la soglia per la custodia cautelare a 4 anni, così da reincludere i vari reati esclusi dall’emendamento di Gal: “Dalle audizioni di questa mattina – osserva Verini – è emerso un quadro di grande allarme, di fronte all’ipotesi che non si ripristinino alcuni contenuti del decreto del governo. Abbiamo così deciso, con le nostre proposte di modifica, di mantenere il nostro orientamento a ripristinare i contenuti originari del testo del ministro Cancellieri”.  Il Pdl, però, non sembra intenzionato a rinunciare alle modifiche introdotte al Senato: “La norma introdotta al dl carceri che aumenta dai 4 ai 5 anni il tetto per far scattare la custodia cautelare in carcere non può essere rimessa in discussione. E’ un principio di libertà che va difeso. Semmai si aumenterà la pena massima per il reato di stalking…”, ha subito replicato il deputato Enrico Costa. Per il governo, quindi, si annuncia un nuovo momento di tensione interna. Anche perché il tempo stringe: il decreto è atteso a Montecitorio già per domani.

 

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