Appena finito l’ultimo giorno di lavoro (il mio lavoro da precario nella scuola), e iniziati i miei due mesi di disoccupazione, sono volato alle Egadi, prima che i prezzi salissero e l’isola si congestionasse di folla. In estate chi può va nelle isole greche, ma Favignana, Levanzo e Marettimo sono una meraviglia, che davvero nulla hanno da invidiare alle isole greche. Un mare turchese, e – specie Favignana – la terra scabra, color del tufo, come le case. Un respiro più dilatato, un altro ritmo di vita, che puoi sperimentare meglio in un’isola più piccola come quella di Favignana.

Tutto questo non è sfuggito, evidentemente, a chi ha l’agio per comprenderlo, e il denaro per attuare ciò che comprende. Così, a quanto pare, i nuovi signori delle Egadi saranno i Prada. E ciò segna un trapasso epocale e simbolico.

Tra l’ottocento e il novecento furono i Florio i signori dell’isola: una classica famiglia imprenditoriale e industriale, che a Favignana impiantò la famosissima tonnara, e a Levanzo si costruì una grande villa, sull’altipiano interno. Poi, il declino. La tonnara chiude, la villa viene abbandonata, e degrada. Oggi quella villa è stata acquistata dai Prada, che a quanto pare vorrebbero riattivare anche i vigneti che un tempo fiorivano. Nulla di male, in questo, anzi è bene che quei ruderi tornino a nuova vita. Certo, il dono che Prada fa al Comune di Favignana di un’attrezzatissima idroambulanza suona come l’omaggio dei benefattori per ingraziarsi i nuovi sudditi, per creare sudditanza (e se un domani i Prada avessero bisogno loro di un occhio di riguardo da parte del Comune? Se volessero modificare qualcosa che è immodificato da tempo, come avrebbero voluto fare a Milano con la pasticceria Cova, che è stata poi rilevata da Lvmh che invece ha garantito che non avrebbe modificato nulla?). Ma a Levanzo hanno molto a cuore la propria isola, e sanno bene che è proprio in quel suo essere fuori-tempo che sta la sua forza, il suo fascino.

Quello che piuttosto mi pare significativo è lo zeitgeist incarnato in questa vicenda: ai vecchi “padroni delle ferriere” del capitalismo otto-novecentesco si sostituiscono definitivamente i nuovi magnati del tardocapitalismo finanziario, quelli che nella crisi globale non soffrono e non declinano. E’ ben noto infatti che il mercato del lusso non è sfiorato dalla crisi, anzi è l’unico che tira (e i Prada sono tra le avanguardie di questo movimento). E’ questo il sintomo di ciò che Luciano Gallino ha chiamato finanzcapitalismo, un’epoca dominata dai rentiers a discapito del lavoro produttivo, con i diritti dei lavoratori quotidianamente schiacciati. E nel finanzcapitalismo ci siamo immersi, anche quando andiamo nelle isole più appartate.

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