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Donna uccisa e messa in un freezer: arrestato il compagno in Sardegna

Il 27 giugno scorso il corpo della vittima era stato trovato in un sacco dentro un congelatore della sua casa. Il fidanzato interrogato dalla polizia si era dato poi alla fuga. E' stato fermato a Padru (Sassari) a bordo della sua macchina
Donna uccisa e messa in un freezer: arrestato il compagno in Sardegna
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E’ stato fermato in Sardegna Giulio Caria, 34 anni, il compagno di Silvia Caramazza, la 39enne uccisa, messa in un congelatore e trovata dalla polizia giovedì nel proprio appartamento in viale Aldini, a Bologna. Il fermo è stato eseguito dai Carabinieri del nucleo operativo di Olbia. A carico dell’uomo, che è originario di Berchidda, c’era un provvedimento di fermo della Procura di Bologna. Martedì sarà effettuata l’autopsia sul corpo.

L’uomo, 34 anni, indagato per omicidio è stato rintracciato a Padru mentre era a bordo dell’auto di proprietà della vittima, a circa 15 km dal paese in cui vive la sua famiglia. Il giovane, infatti, è originario della provincia di Sassari. Secondo un primo accertamento avrebbe trascorso la notte in auto. Inutile il tentativo di fuga in Sardegna dell’uomo per il quale è stato disposto un decreto di fermo della Procura di Bologna. A Padru, comune adiacente, è stata notata la sua autovettura chiusa a chiave e così i militari hanno battuto le campagne circostanti trovandolo nascosto tra alcune frasche. Ad insospettire i militari che lo cercavano è stata la Yaris grigia, del padre della donna, con la quale Caria ha raggiunto l’isola. Il mezzo è stato trovato poco distante da dove poi l’uomo, poco dopo, le 13 è stato fermato. Caria è stato portato in caserma per l’identificazione e le procedure di rito e quindi verrà messo a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Il 27 giugno scorso il ritrovamento del corpo. Il cadavere della vittima era in un sacco. L’elettrodomestico era chiuso e attaccato alla corrente elettrica. Il congelatore era in una delle camere dal letto della casa. La scomparsa era stata denunciata il 19 giugno da alcune amiche della donna, che non avrebbe parenti in città. Qualcosa, anche se in passato si era già allontanata, aveva destato questa volta l’allarme in chi la conosceva. Dopo la denuncia di scomparsa, alcune incongruenze nel racconto del fidanzato, avrebbero convinto gli uomini della squadra Mobile e sfondare la porta della casa della scomparsa, trovando così il corpo. 


 

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