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Confederations Cup 2013, Italia battuta ai rigori. Spagna in finale contro il Brasile

Confederations Cup 2013, Italia battuta ai rigori. Spagna in finale contro il Brasile
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Sconfitti, ma solo ai rigori e dopo aver messo in serissima difficoltà i campioni del mondo e d’Europa in carica. Si infrange sul penalty sbagliato da Leonardo Bonucci il sogno degli azzurri di sfidare il Brasile a Rio de Janeiro. La finale della Conferations Cup, infatti, se la giocheranno i padroni di casa e la Spagna, che pur non meritando, ha battuto l’Italia al settimo tiro dagli undici metri. Fatale, come detto, l’errore del difensore centrale della Juventus. Prima di lui, tutti avevano fatto gol. A prescindere dall’epilogo, però, quella di oggi è stata un’Italia gagliarda. Capace di togliere spazio e ritmo alla fitta trama di passaggi iberici, gli azzurri hanno sfiorato il gol a più riprese sia nel primo che nel secondo tempo al termine di splendide azioni corali. La Spagna, al contrario, è sembrata solo la lontana parente della squadra capace di dominare in lungo e in largo negli ultimi anni: è stata costretta a subire la foga e la lucidità dell’Italia e, perché no, anche il progetto tattico di Prandelli, che con la difesa a tre e un centrocampo più folto del solito ha messo in imbarazzo i fini palleggiatori spagnoli.

Dopo lo zero a zero dei novanta minuti, nel primo tempo supplementare il film non è cambiato: Italia in attacco, furie rosse a difendersi. E a ringraziare la fortuna quando Giaccherini (ancora una volta tra i migliori) ha centrato in pieno il palo alla destra di Casillas da distanza ravvicinata. Fortuna che però ha dato una mano agli azzurri nel secondo extra time: gli iberici hanno preso il controllo del campo e hanno sfiorato a più riprese il gol. E hanno pure colpito una traversa quando su un tiro da lontano di Xavi un indeciso Buffon ha rischiato il patatrac respingendo in malo modo. Poi i rigori e, dopo dodici reti consecutive, l’errore di Bonucci e la trasformazione decisiva di Jesus Navas. Spagna in finale. Italia vincitrice morale. E con margini di miglioramento ancora sconosciuti.

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