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Piccole riforme per combattere la mafia: beni confiscati, anti-corruzione, prescrizione

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scuola della legalità“Dal momento in cui inizia il processo la prescrizione non operi più”. Queste le parole di Nando Dalla Chiesa ospite ieri pomeriggio alla Festa del Borgorino di Cassano Magnago dove, con i Giovani democratici della provincia di Varese, abbiamo organizzato una giornata di formazione sulla legalità. Presenti al dibattito che ho avuto il piacere di moderare anche il Presidente della Commissione regionale antimafia Gian Antonio Girelli e l’ex Sindaco di Bollate, Carlo Stelluti, unico ad aver denunciato l’infiltrazione della ‘ndrangheta che stava avvenendo nel suo comune.

Vista anche la presenza di alcuni parlamentari, tra i quali l’on. Maria Chiara Gadda che ha già presentato sul tema un’interrogazione parlamentare in cui chiede la riapertura della DIA di Malpensa, la domanda che ho voluto rivolgere a Nando Dalla Chiesa era pura e semplice: quali sono i cambiamenti a livello legislativo da mettere in atto per migliorare la lotta alla mafia?

La legge sui beni confiscati. Non è ammissibile che venga confiscato un terreno e sopra, o in prossimità di esso, rimanga in piedi la casa del boss mafioso con lo stesso all’interno a dimostrare che lui è ancora lì, presente, che controlla. Del tipo “potete fare quello che volete ma io sono qui che vi osservo”. E così far vivere, a chi magari il terreno confiscato cerca di riutilizzarlo a scopi sociali, la pressione della minaccia psicologica.

Una legge anti-corruzione non ancora abbastanza incisiva e che va rivista, dati i casi di politici che continuano a fare affari con le mafie. Ma soprattutto da rivedere l’istituto della prescrizione, volto a vanificare anni di lavoro di indagini e di istruttorie nei processi. Un reato deve essere prescritto nel momento in cui passano tanti anni dal momento in cui è stato commesso, ma se è iniziato il processo questo deve arrivare a compimento. In caso contrario si lascia la possibilità a chi si può permettere i migliori avvocati di far prolungare i processi senza mai veder arrivare la sentenza definitiva. Ed inutile dire che i mafiosi, i migliori avvocati, se li possono permettere.

Non grandi, ma piccole riforme. Inutile cambiare tutto per poi far in modo che non cambi niente. Quel che è necessario è adottare piccole modifiche legislative: istruirle alla Camera, blindarle, farle passare al Senato senza mille emendamenti inutili, ed arrivare alla promulgazione in tempi brevi.

P.S. A breve verranno finalmente nominati i componenti della Commissione parlamentare antimafia. Una Commissione che dà molta visibilità, ma che ha soprattutto bisogno di persone competenti. Con Nando Dalla Chiesa condivido un auspicio: venga nominata la senatrice Lucrezia Ricchiuti che a Desio, comune sciolto per mafia in Lombardia, ha dimostrato la volontà di contrastare la ‘ndrangheta.

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