Trecento manifestanti, provenienti dai centri sociali di tutta Italia, si sono dati appuntamento a Parma per protestare contro il regime carcerario previsto dal 41 bis.  Gli antagonisti, molti a volto coperto, con bandiere e bastoni in mano, hanno sfilato in corteo, partendo dalle vie del centro, per arrivare fino al carcere cittadino della Burla. Una struttura di massima sicurezza dove, tra gli altri, ci sono 50 reclusi al 41 bis, compreso il boss di Corleone, Bernardo Provenzano. Lì davanti i ragazzi hanno dato vita a un sit in, cercando di comunicare con i detenuti oltre le sbarre.  “Per noi l’articolo 41 bis è sinonimo di tortura. Ma non è una manifestazione a favore di Provenzano, figuriamoci’’. Tutt’intorno una città blindata e deserta, trasformata in una gigantesca zona rossa per timore di disordini. Alla fine gli agenti in tenuta antisommossa erano più dei manifestanti, ma, a parte qualche momento di tensione con i giornalisti e i fotografi, è filato tutto liscio  di Giulia Zaccariello

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