Ad un giorno dal varo alla Camera, il governo Letta naviga già nella tempesta Imu, preso di mira dal Pdl che con l’ex premier Berlusconi è stato minaccioso: “Abolizione o non ci stiamo”. Intanto, dopo la fiducia ottenuta ieri dalla Camera con 453 sì, 153 no e 17 astenuti, l’esecutivo ottiene il via libera anche dal Senato: 233 sì (Pd, Pdl, Sc, Gal, Svp), 59 no (M5S e Sel), 18 astenuti (i senatori della Lega e due senatori di Gal che non hanno seguito la linea del gruppo, Johnny Crosio e Gian Marco Centinaio). Nel Pd si sono distinti Lucrezia Ricchiuti e il candidato il candidato sindaco di Roma Ignazio Marino, che non hanno partecipato al voto, e Corradino Mineo, che pur votando sì ha fatto un discorso molto critico su un governo appoggiato da una maggioranza in cui siedono uomini “che non hanno voluto leggi contro concussione, reato di scambio, corruzione e conflitto di interessi”. Ma al netto della fiducia Pd e Pdl litigano per la tassa sulla prima casa. Dal canto suo Enrico Letta da un lato ribadisce la necessità di una Convenzione per le riforme. Dall’altro schiva la questione chiave della stessa Imu quando, da Berlino dove ha incontrato Angela Merkel, a chi chiedeva della copertura economica si è limitato a rispondere secco: “Dove trovo i soldi? Non lo devo spiegare qui”.

Lo scontro Pd-Pdl sull’Imu
Già in mattinata, si erano già registrate le prime incrinature tra Pd e Pdl, con Silvio Berlusconi che ha minacciato: “O verrà abolita o non sosterremo il governo”. Al Pdl non sono infatti piaciute le parole di questa mattina del ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, secondo cui “l’Imu non verrà tolta, ci sarà una proroga per la rata di giugno”. Una dichiarazione che ha provocato la richiesta di chiarimento prima del voto di fiducia del senatore del Pdl Altero Matteoli. Ma il premier, durante la sua replica in Senato, non ha chiarito: non ha fatto alcun esplicito riferimento all’Imu, limitandosi a dire che “sulle questioni spinose vale il discorso fatto alla Camera”. E proprio qui sta il problema, perché alla Camera Letta aveva detto: bisogna ”superare l’attuale sistema sulla tassazione” per la prima casa “intanto da subito con lo stop sui pagamenti di giugno” per permettere al Parlamento di attuare una “riforma complessiva” del sistema di imposte.

Un concetto che Pd e Pdl stanno interpretando in senso opposto: sospensione di una rata per il Pd, abolizione dell’imposta per il Pdl. Così per il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio “l’Imu verrà sospesa per la rata di giugno con l’impegno di alleggerirla soprattutto per i meno abbienti”. Parole a cui si è aggiunta più tardi una precisazione dello stesso Franceschini: “Siccome la rata dell’Imu scade a giugno per poterla bloccare va fatto un provvedimento entro pochi giorni altrimenti i comuni vanno avanti. Poi affronteremo il nodo dell’Imu secondo quanto ha detto Letta perché ci vuole un provvedimento strutturale”. Il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta pone invece lo stesso aut aut di Berlusconi: “Si mettano l’anima in pace i vari Franceschini, i vari Delrio e chi altri vorrà dire la sua sull’Imu. Se sentono il bisogno di esternare, facendo marcia indietro, cerchino altri spunti. Sull’Imu non si tratta. Per noi valgono soltanto le parole del presidente Letta, pronunciate ieri alla Camera e ribadite oggi al Senato”.

I botta e risposta va avanti anche dopo il voto di fiducia. Interviene il segretario del Pdl e neo ministro degli Interni Angelino Alfano: “C’è poco da chiarire – sostiene – a giugno l’Imu non si paga e questo non causerà un rialzo a fine anno”. Cerca di smorzare i toni il responsabile economico del Pd Stefano Fassina: “Sull’Imu non può passare la proposta del Pdl, come non può passare la proposta del Pd. È necessario un compromesso per andare avanti”. Replica quasi subito Brunetta: “Nessun compromesso. Chiediamo all’onorevole Fassina di non confondere i suoi desideri con la realtà. In caso contrario ne andrà di mezzo il governo”. E poi di nuovo Franceschini, secondo cui Pd e Pdl stanno dicendo la stessa cosa: “Stop a giugno e poi si decide”.

E sui provvedimenti che riguarderanno l’Imu è arrivato anche un commento dal portavoce del commissario Olli Rehn, che ha invitato il governo a rispettare gli accordi con Bruxelles e gli obiettivi sul debito pubblico: “Gli obiettivi di bilancio per l’Italia restano invariati” e c’è “piena fiducia che il nuovo governo li rispetterà e lavorerà per facilitare l’abrogazione della procedura per deficit eccessivo”. Bisogna aspettare, ha aggiunto il portavoce, e “vedere come il governo vuole applicare le sue idee rispettando il target del deficit” fissato per l’Italia dal rispetto del patto di stabilità.

Sulla questione è intervenuto anche il segretario della Cgil Susanna Camusso, contraria a un’abolizione tout court dell’imposta sulla prima casa, perché così “vengono sottratte risorse a politiche più necessarie”. Camusso è invece favorevole all’abolizione per chi possiede una sola casa di basso valore.

Letta: “Non ci sono alternative allo stare insieme”
Se non torna esplicitamente sulle questioni spinose come l’Imu, Letta ribadisce invece la necessità di larghe intese. “Non ci sono alternative a quel che stiamo facendo”, sostiene il premier secondo il quale “ha paura di fare scelte come quelle che stiamo facendo ora chi ha paura della propria identità, chi ha paura di avere un’identità debole”. La necessità dell’alleanza tra Pd e Pdl deriva da quella che è la realtà della situazione politica: “Io avrei voluto un diverso esito elettorale – spiega Letta – avrei voluto essere non qui ma magari seduto un po’ più di lato in un governo politico diverso da questo, ma la realtà è quella che abbiamo di fronte”. 

Il presidente del Consiglio ribadisce anche la necessità di una Convenzione per le riforme, dal momento che “le nostre istituzioni non funzionano”. E ammette di essersi accorto che sul nuovo governo si è accumulato un carico di aspettative eccessivo: “C’è un’emergenza, che non scompare con la fiducia all’esecutivo”. 

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