Dopo la trimestrale “non spettacolare” di Fiat, come ha detto lo stesso Sergio Marchionne, deludono anche i conti di Fiat Industrial. Il gruppo industriale ha chiuso il primo trimestre 2013 con un utile netto di 195 milioni, dai 202 milioni nello stesso periodo del 2012. I ricavi, nel perodo considerato, si attestano invece a 5,8 miliardi di euro, in linea con l’analogo periodo dell’anno precedente, grazie alla crescita del comparto delle macchine per l’agricoltura e dei motori, che ha compensato le più difficili situazioni di mercato nei settori delle macchine per le costruzioni e veicoli industriali.
Un altro segnale negativo è la revisione al ribasso delle stime per l’anno 2013: crescita dei ricavi tra il 3 e il 4 per cento, dal 5 per cento stimato inizialmente, e margine della gestione ordinaria tra 7,5 e 8,3 per cento. L’indebitamento netto industriale è invece atteso tra 1,4 e 1,6 miliardi di euro, da 1,1-1,4 miliardi. La contrazione delle vendite è particolarmente evidente per i veicoli industriali Iveco, che hanno registrato ricavi per 1,8 miliardi di euro, con una diminuzione del 3,9 per cento dovuta al calo dei volumi collegato alle deboli condizioni di mercato in Europa. Per i veicoli leggeri, in particolare, sono scese del 3,2 per cento, per i veicoli medi del 16,2 per cento e per quelli pesanti del 5,9 per cento.
Il gruppo Fiat ha invece chiuso il primo trimestre 2013 con un utile netto di 31 milioni di euro, cioè 231 milioni in meno del 2012 e quasi 20 in meno della cinquantina di milioni che il Lingotto è pronto a investire nell’aumento di capitale del Corriere della Sera di cui potrebbe tornare a essere il primo azionista.
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