“Nessun assegno in bianco” per l’Italia. La Commissione europea ha giudicato “positive” le intenzioni del governo, ma non ha intenzione di firmare ad occhi chiusi. La richiesta dell’Italia alla Commissione europea di valutare le risoluzioni del decreto sui debiti miliardari della Pubblica amministrazioni nei confronti delle imprese non ha trovato un consenso deciso da parte di Bruxelles, che si riserva di “fare l’analisi” del testo. Quello che rimane fondamentale, fanno sapere alcune fonti, è che “la riduzione del debito rimane più importante del deficit”.

Ma sul decreto legge per il pagamento dei debiti dello stato ancora vige il mistero. Dopo l’ipotesi, svanita, di aumentare l’Irpef regionale, anticipando la maggiorazione prevista per il 2014, il testo doveva arrivare mercoledì sul tavolo del Consiglio dei ministri, che però è slittato.  Secondo alcune fonti, il rinvio della presentazione del decreto non sarebbe dovuto a “richieste di intervento da parte di Bruxelles”, ma del Parlamento italiano.

In ogni caso il decreto deve raggiungere “due obiettivi: il pagamento urgente di tutti i debiti pregressi, ma anche “rispettare gli obiettivi di deficit e di riduzione del debito“. La Commissione valuterà il deficit sulla base dei dati Eurostat che verranno pubblicati il 22 aprile. Monti comunque avrebbe rassicurato Rehn, specificando l’intenzione di inserire clausole di salvaguardia, come quella che “prevede lo stop dei pagamenti prima di arrivare al 2,9 per cento del deficit“. 

La Commissione europea aveva già bacchettato l’Italia, ricordando che non avrebbe concesso altro tempo, oltre  a Francia, Spagna e Portogallo per tagliare il deficit sotto al 3 per cento. E, alcune settimane fa, Bruxelles aveva anche  lanciato un allarme sulle pesanti ricadute che il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni potrebbe avere sul deficit

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