L’esenzione Imu riconosciuta agli enti non commerciali, tra cui la Chiesa, vale anche per i beni immobili dati in comodato d’uso ad un altro ente non commerciale per lo svolgimento di attività “meritevoli”. Si allargano così le maglie dell’imposta grazie ai chiarimenti forniti da una circolare del Dipartimento delle Finanze in una risoluzione.

L’esenzione dall’imposta municipale riguarda gli enti non commerciali destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Così secondo il Dipartimento scatta l’esenzione anche in caso di concessione in comodato (cioè a titolo gratuito) di un bene ad un ente che ha le stesse caratteristiche per usufruire del beneficio fiscale.

Altri chiarimenti forniti sempre dalle Finanze riguardano l’atto costitutivo degli enti e l’adeguamento degli statuti. Si chiarisce che la data del 31 dicembre 2012 entro il quale gli enti non commerciali devono predisporre o adeguare il loro statuto non ha natura perentoria. E questo vale “ovviamente” anche per gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti. A tali soggetti non può essere richiesta né la predisposizione né l’adeguamento dello statuto. Dovranno comunque procedere con scrittura privata.

Articolo Precedente

Città della Scienza, Napoli ostaggio del terrorismo della camorra

next
Articolo Successivo

Equitalia, email di minaccia firmate da mittente M5S. “Indirizzo falso”

next