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Panico grillini, ridateci De Gregorio

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Allarme grillini. Le prime reazioni all’esito del voto sono state nell’ordine: panico, ansia, disorientamento. Mancano i tremori e sembrano gli effetti collaterali nel bugiardino di qualche psicofarmaco. Nei salotti televisivi non si fa che parlare con sospetto – ora con più cautela – di questi carneadi. Chi sono costoro lo scopriremo presto, per ora abbiamo solo visto le loro facce e ascoltato qualche scarna dichiarazione.
Desta una certa preoccupazione la reazione terrorizzata dei cosiddetti “osservatori” che si sono scoperti attoniti di fronte alla chiara indicazione degli elettori: non per scarsa lungimiranza, ma per assoluta mancanza di percezione degli umori del Paese. La preoccupazione nasce non tanto per la diffidenza verso i grillini, da cui la maggioranza dei commentatori è lontanissima da un punto di vista anagrafico. Ascoltando le dichiarazioni di politologi e giornalisti, sembra che abbiamo abbandonato una classe politica di alto livello istituzionale per lanciarci in un inquietante vuoto. Ora, le nostre Camere sono state abitate in questi anni – oltre che dagli inconsapevoli esecutori testamentari della Seconda Repubblica – da felloni di ogni genere.

E non è populismo, basta guardare chi erano, cosa hanno detto e fatto. Nani, ballerine, showgirl, tesorieri ladroni, attrici hard, corruttori e corrotti, pregiudicati, poeti da quattro soldi, gente che ha fatto politica per allargare il proprio giro d’affari e per ogni sorta di tornaconto personale. Quelli che hanno messo all’asta il proprio voto, i consiglieri regionali di ogni parte che hanno fatto qualunque porcheria – ben oltre la soglia del ridicolo – con i soldi dei rimborsi elettorali.

Mai i cittadini italiani erano stati tanto presi in giro e tanto umiliati come negli ultimi anni. Ci hanno rifilato, qualcuno perfino con protervia, giustificazioni assurde per spese ancora più assurde: pranzi di nozze dei figli, cartucce per la caccia, champagne, resort di lusso, aperitivi, spaghetti da 180 euro al piatto. Che si guardi a queste persone – che non erano le mele marce in un cestino sano, per dirla con Bettino Craxi – come a una classe politica di importanti statisti è ridicolo. Può darsi che i parlamentari del Movimento 5 stelle si rivelino irresponsabili, ma sarà bene ricordare che i responsabili del recente passato sono persone come Scilipoti.

Sarà bene ricordare anche che, con grande rispetto delle istituzioni, il Senato ha votato Ruby nipote di Mubarak, che le leggi di iniziativa parlamentare sono state pochissime, che i deputati avevano una settimana “cortissima” di tre giorni di lavoro. Insomma, non tutti padri costituenti. In assenza di coordinate politiche, resta la fisiognomica. Senza scomodare Lombroso, basta guardare le immagini del senatore De Gregorio – eletto con l’Idv e passato al Pdl per la modica cifra di tre milioni di euro, parole sue – anche con l’audio silenziato. E poi metterle accanto a quelle dei neoeletti del Movimento 5 stelle.

@Silvia Truzzi1

Il Fatto Quotidiano, 3 Marzo 2013

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