Si apre una mano di poker interessante, peccato che sia sul destino del Paese. Grillo ha in mano le carte migliori. Per effetto della legge elettorale infatti, dalle urne è uscito un parlamento inidoneo a esprimere una maggioranza politica. Il Pd non ha i numeri al Senato, nemmeno con Monti. E Berlusconi si è magicamente rimesso al centro dei giochi. In alternativa al ritorno alle elezioni, sconsigliato dalle bizze dei mercati e dal rischio di ritrovarsi punto e daccapo senza prima dare qualche ritocco al “porcellum”, le forze politiche sopravvissute allo tsunami elettorale dovranno dunque inventarsi un modo per varare un esecutivo che affronti scadenze istituzionali ed emergenze sociali. Diverse e fantasiose le ipotesi formulate a getto continuo in questi giorni sui giornali e nei talk show: un governo Pd-Sel “di minoranza”, con la “non-sfiducia” e il sostegno “a progetto” del M5S; un governo di “larghe intese” Pd-Berlusconi, che per i critici non sarebbe altro che l’ufficializzazione di un lungo inciucio; un governo tecnico “di transizione”, una sorta di Monti bis, con o senza Monti, per gestire gli affari correnti e varare in parlamento alcune riforme, in primis la legge elettorale, per traghettare la nazione a elezioni molto anticipate. E via almanaccando. Qual è tra queste l’ipotesi migliore? “Uomo da marciapiede” l’ha chiesto ai passanti di Milano. E voi come la pensate, dite la vostra nei commenti e votando la risposta che vi convince di più  di Piero Ricca, riprese e montaggio di Pietro Menditto

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