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Quelli che il Movimento 5 Stelle: gente normale

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Ho fatto un esperimento. Sono andato da cittadino normale a seguire una presentazione normale dei candidati piemontesi del Movimento 5 Stelle. Mi sono presentato in bicicletta visto che l’evento era vicino a casa. In effetti di bici ce ne erano poche, ma era notte con un paio di gradi sopra lo zero e il posto era facilmente accessibile con la metro. Sono entrato, la sala era strapiena. Normalmente in un evento del genere di un partito classico ci sono stendardi e scenografie curate, uomini in giacca e cravatta e donne eleganti. Poi normalmente arriva un big, un leader del partito (il capo mandamento) che viene accolto come in potente superiore agli altri e a cui viene esercitato rispetto da parte dei presenti suoi vassalli. Poi inizia la presentazione e il comizio, in cui si inneggia a strategie e alleanze. Alla fine un osanna finale sullo stile: vinceremo!

Ritorniamo alla presentazione del Movimento 5 Stelle. Faceva una ottima impressione vedere un gran numero di persone molto giovani e soprattutto molte donne. Donne diverse della solite donne della politica italiana: truccate e imbellettate. Le donne erano persone normali avvolte nei loro maglioni, qualcuna con pancetta e impaccio, ma tutte molto determinate. Hanno incominciato a presentare e a discutere i punti del programma. Molti hanno raccontato la loro storia esistenziale: lauree, master, ma anche vite meno accademiche: casalinghe, mamme, insegnanti. I candidati dimostravano una ottima competenza nei loro campi specifici e con tanta voglia di imparare come funzionano i lavori parlamentari.

Pare che i candidati che sono praticamente certi di essere eletti stanno già creando una task force che sta studiando come comportarsi per lavorare al meglio in Parlamento. Ci sono anche altri che stanno occupandosi di costruire un think tank di esperti in grado di supportare i parlamentari durante il loro lavoro. Alla faccia di quelli che pensano che i candidati siano giovani e sprovveduti. Beppe Grillo è stato citato due volte, non una volta più e non una volta meno. Si è fatto tardi a parlare, poi ancora dopo a discutere fuori dalla sala.

Sono uscito, era tardi. Faceva freddo. Ho ripreso la bici. Non mi sembrava di essere in Italia, ma in un paese civile del nord Europa. Era tutto stranamente normale.

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